Una maratona per accogliere i più deboli

Il nostro mondo corre, ma è una corsa cieca, insensata, perché il tempo non basta mai, ci soffoca. E in questo folle correre travolgiamo tutto e letteralmente non vediamo, cancelliamo, chi non può tenere il nostro ritmo.

Il podismo non è, non vuole essere questo tipo di corsa, ma una corsa armonica, una corsa con gli occhi aperti ed il cuore disponibile. Per questo quest'anno dedico la mia maratona di Roma agli amici di Guscio di Noce, una associazione coraggiosissima che punta a trovare degli spazi di vera inclusione sociale per ragazzi ormai adulti che vivono una disabilità psicosensoriale, ma hanno tantissimo da dare a tutti noi. La disabilità più grande non è avere delle limitazioni sensoriali, motorie o cognitive, ma il fatto di non avere mai una possibilità per rendersi utili, ricevere fiducia ed essere riconosciuti dalla società. Guscio di Noce è una delle poche realtà che tenta di dare delle risposte concrete a questa esigenza primaria di ogni essere umano, andando non solo a colmare una lacuna profonda della nostra società, ma anche e soprattutto a far fiorire le enormi energie di amore, impegno e dedizione che tanti giovani disabili portano in sé.

Aiutiamo quindi "Un Orto che Frutta", un bellissimo progetto che unisce lavoro in comune e contato con la natura. Quest'anno sono molto indietro con la preparazione della maratona e so già che sarà molto difficile trovare il tempo e lo spazio per allenarmi adeguatamente. Ma sarò sostenuto dal pensiero che nessuna fatica è inutile se può contribuire a donare fiducia e serenità a chi è più indifeso. Datemi una mano: donate!