Afwoyo Matek-Paolo Della Torre
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Afwoyo Matek

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"Afwoyo Matek". Questa affermazione racchiude la profondità delle esperienze vissute in Uganda nel 2015 e nel 2018. Afwoyo matek letteralmente significa "grazie mille", ma tra gli Acholi, la popolazione del Nord Uganda, rappresenta anche il saluto che le persone si scambiano quando si incontrano. Già durante la mia prima esperienza questo atteggiamento mi ha colpito profondamente. Quanto è bello salutarsi dicendo "Grazie, ringrazio di poterti vedere"?! Ecco dunque l'importanza della gratitudine.

La gratitudine è strettamente legata alla riconoscenza, perché quando si riconoscono la fortuna e doni ricevuti, si diventa grati. E un forte senso di riconoscenza lo provo per il St. Mary's Hospital Lacor, dove ho vissuto per sei settimane e dove ho intuito lo stile con cui mi piacerebbe vivere la mia professione. Il Lacor con la sua storia e le grandi figure che lo hanno reso un rifugio sicuro per milioni di persone. Il grande sogno dei coniugi Corti di voler dare "le migliori cure al minor prezzo al maggior numero di persone" trasformato in realtà con costante dedizione. La grande professionalità del Dottor Matthew, vissuta istruendosi il più possibile e donandosi fino all'ultimo per contrastare l'epidemia di Ebola. Il grande cuore di Brother Elio che con la sua passione smisurata per il popolo Acholi è stato una colonna fondamentale dell'ospedale e del St. Jude Children's Home, la Casa dove vengono accolti tanti bimbi abbandonati.

Al Lacor ho sperimentato come sia possibile garantire cure di qualità anche in luoghi dove regna la povertà e come la programmazione e la lungimiranza possano aiutare la popolazione ad emanciparsi. Infatti, tutti gli operatori sanitari sono persone locali e questo mostra come la condivisione del sapere sia uno strumento di liberazione per le popolazioni meno fortunate. Il Lacor è un esempio virtuoso di come la tutela di un diritto, quello alla salute, sia fonte di benessere. La cura e la dedizione nell’istruire le persone locali ha fatto in modo che tanti ora possano lavorare all’interno dell’ospedale e di conseguenza possano dare un futuro alle proprie famiglie.

Allo stesso tempo, in uno stato dove la sanità rimane privata e le risorse sono ridotte, lo sforzo economico per continuare a garantire questo stile di cura è molto elevato.

Ho potuto vedere con i miei occhi quali e quanti siano i bisogni concreti. Emblematico è stato assistere al lavoro nel reparto di maternità dove ogni giorno nascono circa 20 bambini! E questo rappresenta solo il risultato finale del grande sforzo svolto nei villaggi per aiutare le giovani donne ad affidarsi alle cure mediche per proteggere la loro salute e quella dei loro bimbi, accompagnandole ad un parto più sicuro.

Al Lacor si affrontano quotidianamente gli effetti della malaria e nel reparto isolato si curano le persone affette da TBC. Inoltre, si continua ad investire sulla prevenzione, cercando di contenere i casi di AIDS e prevenire i tumori alla cervice tramite i PAP-test. E, come in tutto il mondo, l’ultima necessità in ordine di tempo che si è presentata è la mancanza di ossigeno per curare chi viene colpito dal Covid.

Quindi, i bisogni continuano ad essere molti… Per questo credo che devolvere i “regali” per la mia laurea alla Fondazione Corti sia un piccolo gesto di riconoscimento verso coloro che hanno speso la vita per questo Ospedale-Sogno e per coloro che ora continuano a portarlo avanti…per aiutare tutti coloro che vedono ancora in questo Ospedale un porto sicuro e un rifugio. E Afwoyo Matek anche a tutti coloro che vorranno sostenere questo progetto!

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