10 Storie del Dono Personal Fundraising | Rete del dono Skip to main content

Personal Fundraising
Le 10 storie del dono

Personal Fundraising
Le 10 storie del dono

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"La forza del dono vince. Il personal fundraiser si attiva perché vuole contribuire a fare la differenza e a sostenere la realizzazione di progetti di utilità sociale. Essere parte attiva del cambiamento è ciò che lo stimola ad andare avanti e a raggiungere il suo obiettivo di raccolta fondi"

Valeria Vitali

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Il personal fundraiser è chi sostiene una buona causa, partecipando ad essa in prima persona, attraverso l’attivazione di una campagna di raccolta fondi. Non si tratta solo di individui, ma anche di gruppi di persone, come le aziende che decidono di inserire questa esperienza all’interno della loro attività di CSR (Responsabilità Sociale d’Impresa).

Il personal fundraising è dunque una forma individuale di crowdfunding in cui l’individuo sostenitore diventa ambasciatore di una buona causa, donando (denaro e tempo) e coinvolgendo.

Nei paesi anglosassoni la filantropia fa parte del modus vivendi della società, in quanto la cultura del dono viene intesa come espressione di impegno civile e cittadinanza attiva, di responsabilità del singolo individuo. Non ci si limita a donare, ma si sente il bisogno di partecipare attivamente alla vita della società, attraverso quella dell’organizzazione non profit con cui si sente più in sintonia.

Ce lo conferma Giorgio Castoldi, Associate Director Corporate & Foundation Relations at Columbia Business School, ricordando quando, 20 anni fa, lavorando per la prima volta negli Stati Uniti, è rimasto colpito dal sistema di coinvolgimento della comunità. "Lì ho fatto le mie prime esperienze di fundraising, cominciando dai colleghi che mi invitavano a comprare i biscotti per sostenere le scout girl e poi partecipando a una camminata solidale a New York con una organizzazione non profit per la quale ero volontario. Quando lavoravo in Aragorn, nel lontano 2003, abbiamo ideato il primissimo Charity Program di Milano Marathon con il progetto Run for Good, coinvolgendo maratoneti che avevano corso altre maratone e che hanno risposto con generosità. Coinvolgere tanti piccoli donatori a favore di qualsiasi tipo di iniziativa nel mondo anglosassone e quindi anche negli USA è naturale. Fa parte del loro stile di vita, fin da quando sono piccoli, tanto che, per esempio, alle grandi maratone si accede più facilmente se si fa parte del charity program. Lo strumento principale è il passaparola. È stato inoltre per me illuminante vedere anche il coinvolgimento della aziende. Non servono necessariamente grandi mecenati per fare grandi cose, basta il contributo di tanti piccoli donatori”.

Rete del Dono Carta d'Identità Personal Fundraiser

La decisione di attivarsi può essere spontanea o sollecitata da altri, tuttavia ciò che conta è la decisione di farsi carico di una sfida di raccolta fondi da portare a termine.

Cosa fa muovere il personal fundraiser:
• Motivazione
• Appagamento
• Divertimento

Ci siamo ispirati a JustGiving, la prima piattaforma di crowdfunding solidale nata a Londra nel 2000 e siamo partiti facendo esclusivamente personal fundraising, allargandoci solo in un secondo momento al crowdfunding in generale.

Rete del Dono Personal Fundraiser trend 10 anni

 

Rete del Dono Laura Lugli

Intervista a Laura Lugli

Laura Lugli, consulente in fundraising, direttore di Fundraiserperpassione e autrice di "Nuove frontiere del volontariato", forte della sua esperienza sia di volontaria che di coordinatrice, ci ricorda che il personal fundraiser è un volontario. “La tradizione culturale del volontariato in Italia c’è, ma non è strutturata. Il volontariato viene riconosciuto come un valore sociale, eppure non viene messo a sistema, e così spesso viene dato per scontato. Serve dunque anzitutto interiorizzare il valore del dono che il volontario porta - dono di tempo e di relazioni - come parte integrante della mission di una ONP, non come elemento strumentale. Questo significa che ai volontari vanno restituiti tempo e attenzione”. 
Questo significa contribuire alla cultura del dono. “Gli ultimi dati ci dicono che il 13% della popolazione italiana fa volontariato e di questi il 5% sono volontari non legati a una organizzazione non profit, proprio come i nostri personal fundraiser che prestano servizio per una buona causa per il piacere di farlo. Stiamo parlando di volontariato ‘informale’ che ha come primo scopo del suo agire il dono in quanto tale. 
Rete del Dono in questo contesto è fondamentale, perché genera fiducia e ingaggia cultura, proprio attraverso i personal fundraiser che anzitutto donano stessi, impersonificando il dono con il loro esserci fisico e legando il proprio benessere a quello degli altri; sono inoltre vicini alle persone che entrando in contatto, diventando a loro volta donatori. Tutto questo genera impatto sociale. Concreto e misurabile. Per questo motivo Rete del Dono è una frontiera, in quanto ha compreso già da diverso tempo quanto la relazione sia la base dell’atto donativo. Rete del Dono è dunque un formidabile intermediario sia di senso sia tecnico, offrendo la possibilità alle persone di trovare espressione per le proprie motivazioni o istanze. Per questo motivo dunque riveste una funzione sociale al pari di tante istituzioni, creando valore non ‘per’, ma ‘insieme’ alla comunità”.

 

Dalle nostre analisi abbiamo capito che le motivazioni principali che stanno alla base della scelta di scendere in campo in prima persona sono tre:

• impegno civile Sento il desiderio e/o il bisogno di restituire, sotto diversa forma, quanto di buono e positivo ho ricevuto e continuo a ricevere. Mi sento fortunato”.
• autorealizzazioneDentro a ogni essere umano c’è il bisogno di contribuire per continuare ad autorealizzarsi. Impegnarsi in un’impresa di questo tipo serve a soddisfare il desiderio, insito in ognuno di noi, di auto-realizzarsi”.
• aiutare una persona vicinaMe lo ha chiesto un amico, lo faccio per lui”.

L’azione del personal fundraiser è perciò naturalmente generativa di relazioni che nascono attraverso il coinvolgimento. Questo è possibile grazie al legame di fiducia che lo unisce alla sua rete e che si concretizza nel dono.

Il “nostro” personal fundraiser oltre alla motivazione che genera appagamento è anche spinto dalla componente ludica insista nella sfida. Il crowdfunding rappresenta, infatti, anche un’esperienza di vita divertente e appassionante che si traduce in un momento social di grande impatto. Si tratta di un meccanismo comprovato dalle esperienze che abbiamo visto nascere in questi anni. Ci sono forti, infatti, correlazioni tra il tema della gamification e il personal fundraising: certamente è non un gioco, ma le persone lo fanno anche perché è un modo simpatico e divertente di coinvolgere parenti e amici attorno al progetto di solidarietà scelto.

 

Vivere il coinvolgimento

Rete del Dono Festeggiamento Sfida Sportiva
 

Giorgio Castoldi, Associate Director Corporate & Foundation Relations at Columbia Business School è fra i precursori del personal fundraising in Italia con il suo progetto Run for Good che ha donato in occasione della prima edizione della Milano Marathon. Alla maratona Giorgio ha partecipato anche in seguito, correndo per Run for Mitades insieme alla nostra Anna Archetti: “Per l’occasione mi sono cimentato nella corsa di 10 chilometri. È stata una bella sfida, anzitutto con me stesso che non sono uno sportivo. Mi sono inoltre molto divertito a condividere e a coinvolgere amici e colleghi sui social. Insomma, mi sono messo in gioco completamente e con Anna abbiamo formato un ottimo duo. È bello vedere come iniziative di questo tipo vengano accolte con entusiasmo dalle persone sia online sia lungo il tragitto della corsa. Insomma oltre alla raccolta fondi in sè, è emozionante vivere il coinvolgimento. Consiglio a tutti di provare l’esperienza del personal fundraising almeno una volta nella vita”. Giorgio ha scelto Rete del Dono perché “è la prima piattaforma professionale di crowdfunding in Italia che dà voce a tante cause diverse; inoltre conosco personalmente Valeria Vitali, una professionista piena di entusiasmo e capace di trasmetterlo. È dunque la prima testimonial per tutti i personal fundraiser”.

Valeria Vitali ha festeggiato i suoi 50 anni in sostegno a Real Eyes Sport con il progetto B"atti un 50!" con cui nel 2020 ha raccolto oltre 5.000 euro.

 

Donare nei momenti importanti

Rete del Dono Festeggiamento Commemorazione

Spesso i personal fundraiser decidono di legare la campagna di raccolta fondi a un momento importante della propria vita come il compleanno, il matrimonio, la laurea… In questo modo colgono l’occasione per invitare parenti e amici a sostituire il regalo per sé con una donazione alla causa in cui lui crede.

Francesca Colombo e Cosimo Pastore dal 2011 al 2015 hanno raccolto grazie a colleghi, fornitori e clienti della loro azienda, tramite operazioni di team building e CSR, circa 50.000 euro per la Fondazione Dottor Sorriso Onlus che ha la missione di rendere più serena la degenza dei bambini in ospedale attraverso la clownterapia o terapia del sorriso. Anche in occasione del loro matrimonio Francesca e Cosimo hanno attivato una raccolta fondi.

Occasioni importanti per i nostri personal fundraiser sono anche le commemorazioni, esempio di quanto si possa essere generativi persino quando tutto sembra spegnere la speranza. Roberto Andreoli perde un figlio di 6 anni a causa di una malformazione arteo-venosa al cervelletto. Dopo alcuni anni, lancia la campagna #Run106Pietro, un sfida in memoria del figlio: una corsa nmel deserto della Namibia di 106 km a sostegno di UNA Onlus nella lotta contro il neuroblastoma. Roberto investe 6 mesi per pianificare la campagna e per allenarsi, coinvolgendo parenti e amici. Si tratta di una campagna multicanale, molto coinvolgente sia online che offline tanrto da raccogliere 22.00 coinvolgendo 358 donatori e da venire ripresa anche dalla stampa nazionale.

 

Quando il personal fundraiser è un team

Nel mondo ideale le aziende adottano comportamenti socialmente responsabili, monitorando e rispondendo alle aspettative economiche, ambientali e sociali di tutti i propri stakeholder, ossia dipendenti, fornitori, clienti, consumatori e partner. Noi invece siamo convinti che questo possa accadere anche nel mondo reale, perché…lo abbiamo visto realizzarsi.

Abbiamo, infatti, seguito aziende che si sono attivate a favore di buone cause, generando per sé vantaggi competitivi e massimizzando gli utili nel lungo periodo.

Analizzando le nostre case histories ci siamo accorti che le realtà aziendali in cui il progetto di crowdfunding e/o personal fundraising ha avuto più successo sono state quelle in cui la buona causa è stata condivisa a priori all’interno del team.

Rete del Dono Fondazione LHS

Quando la buona causa è sinergica con la mission aziendale

La Fondazione LHS, Gruppo Saipem, leader mondiale nei servizi di perforazione, ingegneria, approvvigionamento, costruzione e installazione di condotte e grandi impianti nel settore oil&gas, ha al suo interno il programma Leadership in Health&Safety (LHS) con l’obiettivo di rafforzare la cultura aziendale in materia di salute e sicurezza. Per sensibilizzare partecipa all’evento sportivo Milano Relay Marathon nel 2015, 2016 e 2017 coinvolgendo i dipendenti a correre e allo stesso tempo a raccogliere fondi per il progetto Case Alloggio di LILT Milano. La buona causa ha toccato da vicino alcuni dipendenti, facendo scattare lo spirito di solidarietà fra colleghi, mettendo tutti sullo stesso piano al netto dell’organigramma.

Rete del Dono Fondazione LHS

Quando la buona causa è sinergica con la mission aziendale

La Fondazione LHS, Gruppo Saipem, leader mondiale nei servizi di perforazione, ingegneria, approvvigionamento, costruzione e installazione di condotte e grandi impianti nel settore oil&gas, ha al suo interno il programma Leadership in Health&Safety (LHS) con l’obiettivo di rafforzare la cultura aziendale in materia di salute e sicurezza. Per sensibilizzare partecipa all’evento sportivo Milano Relay Marathon nel 2015, 2016 e 2017 coinvolgendo i dipendenti a correre e allo stesso tempo a raccogliere fondi per il progetto Case Alloggio di LILT Milano. La buona causa ha toccato da vicino alcuni dipendenti, facendo scattare lo spirito di solidarietà fra colleghi, mettendo tutti sullo stesso piano al netto dell’organigramma.

Rete del Dono Engel e Volkers Milano

Quando la buona causa è la solidarietà verso un collega

Engel & Volkers Milano ha attivato una campagna di raccolta fondi per l’associazione Sostieni il sostegno Onlus che segue i minori in situazioni di difficoltà scolastica o familiare. Luca, figlio di un amico di Gianluca, licence partner della sede milanese e maratoneta, è seguito da tempo dall’associazione grazie alla quale è riuscito a frequentare il liceo scientifico. I colleghi motivati da Gianluca hanno corso per la Milano Relay Marathon generando 12 iniziative di raccolta fondi per 131 donazioni e 10.000 euro.

Rete del Dono Engel e Volkers Milano

Quando la buona causa è la solidarietà verso un collega

Engel & Volkers Milano ha attivato una campagna di raccolta fondi per l’associazione Sostieni il sostegno Onlus che segue i minori in situazioni di difficoltà scolastica o familiare. Luca, figlio di un amico di Gianluca, licence partner della sede milanese e maratoneta, è seguito da tempo dall’associazione grazie alla quale è riuscito a frequentare il liceo scientifico. I colleghi motivati da Gianluca hanno corso per la Milano Relay Marathon generando 12 iniziative di raccolta fondi per 131 donazioni e 10.000 euro.

Rete del Dono PwC

Quando la buona causa è legata al fattore emergenza

Appena scoppiata l’emergenza Covid, PwC non ha perso tempo e si è subito attivata per sostenere il progetto di Croce Rossa Italiana: ha promosso il crowdfunding aziendale con una campagna di comunicazione social e endorsement manageriale, che le ha permesso di raccogliere ben 80.000 euro di donazioni coinvolgendo più di 6.000 professionisti in tutta Italia (incluso i dipendenti e gli ex dipendenti). Il matching aziendale ha fatto il resto, portando la raccolta fondi a superare i 160.000 euro complessivi.

Rete del Dono PwC

Quando la buona causa è legata al fattore emergenza

Appena scoppiata l’emergenza Covid, PwC non ha perso tempo e si è subito attivata per sostenere il progetto di Croce Rossa Italiana: ha promosso il crowdfunding aziendale con una campagna di comunicazione social e endorsement manageriale, che le ha permesso di raccogliere ben 80.000 euro di donazioni coinvolgendo più di 6.000 professionisti in tutta Italia (incluso i dipendenti e gli ex dipendenti). Il matching aziendale ha fatto il resto, portando la raccolta fondi a superare i 160.000 euro complessivi.