VaBoNiNa: 4 istituti uniti per AIRC-tiziana bonaldi
VaBoNiNa: 4 istituti uniti per AIRC-tiziana bonaldi
VaBoNiNa: 4 istituti uniti per AIRC-tiziana bonaldi
VaBoNiNa: 4 istituti uniti per AIRC-tiziana bonaldi
VaBoNiNa: 4 istituti uniti per AIRC-tiziana bonaldi
VaBoNiNa: 4 istituti uniti per AIRC-tiziana bonaldi

VaBoNiNa: 4 istituti uniti per AIRC

Loading...

Tiziana, ricercatrice IEO e membro del team:
Ho accolto con molto entusiasmo la proposta di partecipare alla staffetta solidale per AIRC in occasione della Milano Marathon, per sostenere due aspetti che mi stanno molto a cuore:

 

1)      L’idea dell’attività fisica come elemento fondamentale per il benessere psicofisico di ogni persona (compresi i ricercatori!), accompagnata dalla convinzione che ciascuno di noi sia il responsabile attivo di un processo volto ad aumentare e migliorare il nostro stato di salute, fisica e mentale.

Sono una donna, mamma e ricercatrice e riconosco che nella vita quotidiana sia veramente difficile destreggiarsi tra mille attività dentro e fuori il laboratorio! Il tempo è davvero tiranno e troppo spesso finisco con il sacrificare il tempo allo sport, attanagliata tra mille scadenze e impegni, perdendo di vista che un momento di pausa (una corsa, una nuotata, una sgambata in bicicletta in campagna) sarebbe invece un aiuto prezioso per scaricare la tensione e spesso riguadagnare energia e lucidità, anche sul lavoro! Accettare di far parte della staffetta per AIRC mi ha “costretta’ a rendere un po’ più sistematica l’attività fisica: da un mesetto mi sono infatti imposta di correre almeno 2- 3 volte a settimana in preparazione ai 10Km che mi toccheranno). Questo impegno confermato ancora di più che -non solo è possibile e fattibile- ma ha portato giovamento anche al mio umore e alla mia produttività.

 

2)      Il mio sostengo e la mia gratitudine per AIRC, che - da quando sono rientrata dall’estero per iniziare un mio gruppo di ricerca indipendente- ha sempre creduto in me, nelle mie idee e nella mia professionalità, sostenendo la mia ricerca con svariati finanziamenti (grant e borse di studio). Lo ripeto con convinzione ogni volta che mi capita l’occasione: In un paese come l’Italia in cui ci sono grandi eccellenze e passioni, ma in cui purtroppo gli investimenti per la ricerca sono sempre meno, l’AIRC è faro nel buio, una luce di speranza, un sostegno insostituibile!  I finanziamenti dell’AIRC- erogati con serietà e attenzione, con un’attenzione alla meritocrazia e alle pari opportunità- hanno assicurato e assicurano ogni giorno -a tanti ricercatori italiani- la possibilità’ di fare ricerca di altissimo livello continuando ad essere competitivi nel mondo.  E’ davvero il minimo ricambiare almeno in parte questo sostengo fondamentale, mettendoci la faccia, oltre che un po’ di sudore, di fatica e di energie, per sostenere AIRC e raccogliere fondi per la lotta contro il Cancro.

FRANCESCO NICASSIO, 40 anni

Ricercatore IIT di Milano

 

“…E quando pensi di non farcela più, in una gara di resistenza come in un progetto di ricerca, che bisogna trovare la forza di non mollare, dimenticare che il traguardo è ancora lontano e raccogliere le energie per andare avanti, un passo per volta. Così si arriva alla fine. Questa è la mia filosofia, nella scienza come nello sport”

 

Perché ho scelto di fare il ricercatore?

Per me la scelta di diventare ricercatore si è rivelata naturale, come imparare a camminare. Sin da bambino ho manifestato un vivo interesse e spiccata curiosità per la natura e le sue leggi, specie nei suoi aspetti più microscopici. Da sempre mi sono chiesto come una molecola apparentemente così semplice come il DNA di una cellula possa determinare la forma e la funzione di un  intero organismo complesso come l’uomo. Oggi io studio i meccanismi più oscuri del genoma umano, quelli che riguardano gli  RNA regolatori ed il loro ruolo nella regolazione dell’espressione genica. La ricerca è un lavoro duro, fatto di sfide che non sempre (anzi diciamo quasi mai) riusciamo a vincere. In aggiunta, spesso un ricercatore è costretto a fare sacrifici, a lasciare casa e amici e muoversi, viaggiare per imparare nuove cose e confrontarsi con altre realtà. Io per esempio ho lasciato Bari, la mia città natale, i mei amici e la mia famiglia per inseguire il sogno della ricerca a Milano e per fortuna finora non ho mai dovuto lasciare il mio paese a meno di breve e sporadiche esperienze. E’ stata dura, ma non c’è mai stato giorno in cui mi sia pentito di questa scelta. L’ambiente scientifico che ho frequentato è stato estremamente dinamico e stimolante. Mi sono confrontato con ricercatori di ogni parte del mondo, ed è come se avessi viaggiato con loro, cercando di assorbire tutto quello che potevano darmi. La vita in laboratorio ti porta a stretto, anzi strettissimo contatto con i tuoi collaboratori ed ognuno di loro può e sa sempre insegnarti qualcosa di nuovo. E’ così che si cresce nella scienza, ed è così che si cresce nella vita. Grazie agli altri.Allo stesso modo, gli sforzi di un ricercatore acquistano nuovo valore quando si combinano con quelli degli altri, perché ogni singolo pezzo di informazione che impariamo diventa parte di una conoscenza comunitaria più grande che prima o poi renderà possibile la grande scoperta, quella che cambierà il nostro mondo e salverà delle vite. Io ci provo ogni giorno e sempre con grande determinazione, ma non mi abbatto quando i miei sforzi non danno i risultati sperati. Perché’ so che non sono vani, sono utili a me ed agli altri per andare avanti ed avvicinarsi a quella grande scoperta. Non è importante se sarò io o un altro a fare quella scoperta, è importante che venga fatta, nel più breve tempo possibile. So che quello che faccio in un modo o nell’altro contribuirà e per questo che amo la ricerca ed ogni giorno sono felice di farla.

 

Thomas Vaccari, ricercatore IFOM

 
AIRC mi ha permesso di aprire il mio laboratorio quando tornai dagli Stati Uniti 7 anni fa e lo sostiene tuttora. Senza la generosita’ dei suoi donatori non potrei quindi contribuire alla ricerca sui tumori. Percio’ appena posso dedicare un po del mio tempo libero ad AIRC lo faccio con piacere. Ho coinvolto anche mio padre che, da quando AIRC sostiene il lab, si spende appena puo’ come volontario, e mia moglie e i bimbi, che partecipano con me alle campagne donazioni AIRC. Scherzando diciamo che oramai siamo una famiglia AIRC!
 
Trovo #oggicorroperAIRC una fantastica opportunita’ di unire l’utile al dilettevole. Infatti l’attiva’ fisica mi fa stare bene e contribuisce a mantenermi in salute, uno dei modi di prevenire il cancro. Inoltre, tra gli sport, io vedo la corsa come uno dei migliori esercizi di civilta’ e democrazia. Infatti, ognuno corre al meglio delle proprie possibilita’. C’e’ chi va piu’ veloce e chi va piu’ lento, ma tutti soffrono e si impegnano, e alla fine arrivano al traguardo. Ecco, penso che la comunita’ che sostiene AIRC sia simile: Ognuno dona quel che puo’, certo facendo sacrifici e consci che la strada sara’ lunga, ma anche sapendo che sostenere la ricerca e’ l’unico modo di raggiungere il traguardo comune di sconfiggere il cancro.
 
Continuate ad aiutarci a far correre la ricerca!

Vuoi fare di più?

Raccogli fondi anche tu.
Diventa personal fundraiser!
scopri di più