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Insieme alla ricerca si vince

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Era un controllo di routine.

Uno come tanti già fatti, l'ultimo solo 12 mesi prima.

Ero in ottima forma e mi sentivo sana come un pesce.

Eppure, quel controllo di routine ha segnato, come non mai, la vigilia dei miei 50 anni.

Era lì, piccolo, impalpabile, ma fetente.

Talmente fetente che non mi ha risparmiato nulla, intervento, chemio , radio ed ora terapie.

Scoprirlo mi ha fatto capire come nessuno può dire, "a me non succederà mai", ed ho toccato con mano come, questo male, possa crescere, indisturbato, silente, dentro di te.


Non è facile attutire un colpo così basso.

E' come il buio all'improvviso.

Come se una botola si fosse aperta improvvisamente sotto i tuoi piedi ed inizi una caduta libera in mezzo ai pensieri, alle angosce, agli affetti, alle nuove paure, alla consapevolezza dell'effimero della vita.


Ma se non ci fosse cura, se non ci fosse la speranza nei medici e nella loro scienza, da quella botola non si uscirebbe più.


Nonostante questa botta, non ho mai perso il sorriso e l'energia di essere. 

Sicuramente per carattere ma, soprattutto, grazie alla speranza che la medicina, oggi, dà di sopravvivenza ai tumori.

Una speranza che tutti dovremmo avere.

Per questo è importante progredire nella ricerca. 

Ricerca che, non si deve fermare.


Ed io mi metto in gioco, al sostegno di una causa che riguarda tutti e per dare energia a tutte quelle persone che si trovano, ora, in caduta libera nel buio della botola.


Io dono, io corro, io credo nella ricerca.

Sul tumore si deve vincere.


Aiutiamoci.

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