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Giuliana per Rotary Club Roma Centenario

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Mi chiamo Giuliana, ho 70 anni, sono abruzzese e vivo nel nord Italia da molti anni.

La corsa mi conquistò nell’ormai lontano 1983: era l’unica disciplina praticabile come “atleta del Rione Gerbone” al Palio di Olgiate Olona, in provincia di Varese. A quel tempo avevo già percorso centinaia di sentieri in montagna; disceso piste di tutti i colori con gli sci; imparato a nuotare e giocare a tennis. A quarant’anni lo sport mi aveva regalato gioie ed emozioni che, per motivi economici, da giovanissima non avevo mai potuto provare.

Il prezioso aiuto e i consigli di Franca e Giorgio, una coppia straordinaria dell’Atletica San Marco di Busto Arsizio, influirono sulla decisione di “buttarmi”. Di chilometro in chilometro il fiato e la resistenza crescevano e le endorfine portavano la mia gioia alle stelle.

Alla corsa del Palio (la squadra delle ragazze del Gerbone, me compresa, vinse!) seguirono presto le “tapasciate” domenicali con percorsi via via più lunghi, gli allenamenti serali, la prima Maratona attorno al lago di Varese, poi moltissime altre ufficiali in Italia e all’estero. Addirittura l’indimenticabile 100 km di Strona (nel Biellese).

Il cambio di residenza che mi allontanò da Franca con orari difficili da conciliare, le scuse che cercavo per non uscire sola, mi portarono a smettere gli assidui allenamenti bisettimanali: le scarpe da corsa lasciavano di rado il chiodo.

A settant’anni compiuti l’idea azzardata: correre un’ultima maratona! Restava solo da scegliere quale... Niente avviene per caso… In un ambiente impensato un incontro casuale: una simpatica e frizzante signora “maratoneta”. E chiacchiera chiacchiera, in poche ore il mio sogno si è trasformato in progetto: correrò, Dio volendo, la Romaratona 2016.

Questa è sempre stata la maratona che più ho amato, per vari motivi (e molti li trovate nel collage di foto). Il ricordo di mio marito che ritrovavo ad incoraggiarmi lungo il percorso e all’arrivo;  della compagnia di mamma supertifosa e sorelle; dell’emozione di correrne una con la mia sorellina minore Elisa; degli amici Franca e Giorgio e quelli dell’Atletica San Marco compagni di fatica. Sempre più bella nel corso degli anni, prima con l’arrivo allo Stadio dei Marmi, poi con l’arrivo al Colosseo. Un anno, in una piccola trattoria di fianco al Colosseo, mio marito cantò ad un’atleta russa (che prevedeva di vincere la Romaratona e in effetti la vinse) l’inno nazionale in russo, facendola piangere per l’emozione. E… ricordo ancora magico… quella coppa vinta da me nel 1989 come 1° classificata W 40.

Fantastica Romaratona, arrivederci ad Aprile!

E non sarò sola: correranno con me i bambini che sono guariti dalla polio e quelli che guariranno grazie al Service del Rotary Club Roma Centenario, per il quale sarò orgogliosa di indossare  il pettorale.

Attendo le vostre donazioni! Grazie, Giuliana

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