Repetita Juvant-Carlo Scodanibbio
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Repetita Juvant

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“Al mattino, quando mi metto le scarpe da jogging e comincio a correre, mi sento i piedi talmente pesanti che ho l’impressione che non si muoveranno mai più come dovrebbero. Parto adagio, quasi trascinandoli sull’asfalto. Non riesco a tenere il passo neppure con le signore del vicinato che fanno la loro passeggiata” (Harki Murakami). “Correre è bello perché è l’elisir di una vita migliore. E non serve essere dei campioni o diventare degli atleti. Quando sento che oggi tante persone si aggrappano a medicinali o a strane pratiche per trovare l’equilibrio perduto, vorrei che avessero la fortuna di capire che la soluzione è, per quasi tutti, a portata di mano, anzi di piedi: una bella corsa, come stile di vita” (Stefano Baldini). Anche questa volta utilizzo frasi di altri, una letta ed una sentita, frasi in cui non posso però che riconoscermi (la spremuta di arance spero non sia strana pratica!). E frasi che prendono come riferimento quelli che, come i miei amici di Sport Senza Frontiere, decidono di intraprendere le loro avventure che hanno come obiettivo quello di rendere più sana e felice la vita anche di altri che da soli non potrebbero farcela. E dargli un’opportunità. Sport Senza Frontiere è una Onlus che “progetta e organizza percorsi sportivi gratuiti per bambini e adolescenti svantaggiati sotto la guida di uno staff di operatori qualificati e in collaborazione con una rete solidale di associazioni sportive e medico sanitarie. Portare lo sport dove non c’è significa speranza e la possibilità di una vita migliore!”. Penso ad Alberto, “uno di loro” che accompagna in estenuanti percorsi persone che da soli non sarebbero in grado di farlo, penso soprattutto ad Alessandro, che si fa promotore di mille iniziative, e che, ogni volta che lo incontro, è pieno di entusiasmo per quante persone è riuscito a coinvolgere e a quanto può ancora fare, penso alle magliette di SSF, addosso a persone “di tutte le età e di tutti i colori”, addosso a bambini, ragazzi, adulti il cui obiettivo non è andare veloci ma solo aver permesso a TUTTI di potere essere liberi, e soprattutto instradati ad una vita migliore. Io alla fine corro perché la fatica mi è sempre piaciuta, perché nulla può e soprattutto deve venire gratis, ma questa volta ed una vota di più, voglio provare a ripercorrere due anni dopo i quarantaduemilaecentonovantacinque metri non perchè mi piaccia buttare le già provate articolazioni ma perché spero che, per ogni km fatto e grazie anche a voi, bambini che altrimenti non potrebbero esserlo, possano essere “liberati” dalla situazione di degrado e disagio in cui vivono. E liberarli dalla situazione di “degrado e disagio” vuol dire renderli felici, e rendere felici loro vuol dire forse rendere felici anche le loro famiglie, e così provare a generare un effetto domino ….. presuntuoso, ma perché porsi limiti ? Io credo che con lo sport sano si possa diventare più liberi e il misto di sensazione che si ha nel correre, nel faticare e nel raggiungere il traguardo lo può capire solo chi lo fa. Ma spero che in questo coinvolgimento ci possano essere molti di voi. Per questo ho deciso di correre la maratona di Roma per Sport Senza Frontiere, senza mai aver percorso questa distanza negli ultimi 720 giorni. Senza SSF questo non sarebbe possibile, spero che tutti voi possiate partecipare con noi. Basta poco. E due anni fa quel poco di tutti è stato un sacco! E io spero che lo possa essere anche questa volta.

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