Abitare in autonomia-C.E.S.T.
Abitare in autonomia-C.E.S.T.
Abitare in autonomia-C.E.S.T.

Abitare in autonomia

Loading...

L’avvio di una residenzialità condivisa tra giovani è una pratica comune: studenti, prime esperienze di uscita dal tetto familiare... Per quanto riguarda i giovani adulti con disabilità – nell’incedere della loro vita - si manifestano due necessità: la maturazione di una loro autonomia, che comprende anche delle esperienze abitative fuori dalla famiglia; la preparazione di un gruppo affiatato di amici che possa avere l’obiettivo di formare, nel tempo e in vista della mancanza dei genitori, una convivenza stabile.

Tutti quei passaggi evolutivi che costituiscono il percorso di vita - crescere, lasciare la casa dei genitori, costruire nuove forme di convivenza, realizzarsi nel lavoro - per una persona con disabilità avvengono in salita – molte volte sono di fatto negati - e la piena affermazione dell’identità adulta si presenta spesso come una vetta difficile da scalare, una vera e propria impresa.

È giusto condividere una convinzione comune: che il futuro per i giovani con disabilità e le loro famiglie è adesso, e va costruito al di fuori della logica emergenziale, animando il presente di opportunità, speranze e prospettive.

Questo progetto nasce dalle richieste di molte famiglie e ha richiesto un lungo lavoro di preparazione e di coinvolgimento, con delle esperienze alle spalle.
L’obiettivo generale è aiutare i giovani con disabilità a sviluppare le strategie, le competenze e le abilità necessarie alla gestione di una vita e di una residenzialità indipendente, sostenendoli e motivandoli nel loro percorso di consapevolezza e di crescita verso la piena affermazione di un sè adulto; nel contempo consentire ai genitori di sapere che stanno costruendo, per tempo, la realtà del momento in cui loro non ci saranno più.

Le fasi del progetto
1. attivare uno scambio sempre più fitto e costruttivo tra le famiglie, affinché le stesse diventino protagoniste attive e non solo ‘fruitori’ di servizi.
2. far emergere le competenze relazionali del giovane con disabilità. In questa fase, si promuovono i primi “percorsi autonomi”: si dà l’opportunità al giovane adulto disabile di “sperimentarsi” in situazioni concrete mediamente “protette” (costruzione del progetto individuale, lavoro con le famiglie).
3. aiutare i giovani adulti disabili a sviluppare la loro autonomia cognitiva e sociale attraverso la sperimentazione e l’analisi della gestione della vita quotidiana in un contesto con altri giovani. I genitori potranno vedere il proprio figlio "sotto una nuova luce". Sia ai giovani con disabilità accolti nel progetto che ai loro genitori verrà dato un sostegno psicologico durante l’esperienza di vita autonoma.
4. il percorso di autonomia consoliderà l’identità del giovane con disabilità. In questa fase, l’inserimento fattivo e sociale – e si agisce perché vi siano anche varie possibilità formative e lavorative - diventa condizione necessaria per lo sviluppo di un proprio progetto di vita autonomo.
5. coinvolgimento attivo di più attori sociali, oltre alle famiglie dei giovani con disabilità: le Istituzioni preposte ai servizi sociali e sanitari, per l’impiego, ecc. - la rete relazionale informale dei familiari (parenti e amici) - le risorse associative, ricreative e culturali della propria comunità - i vicini di casa, i negozianti.

Sostieni il nostro progetto per aiutarci ad accompagnare i ragazzi disabili verso una vita autonoma. Dona, condividi o diventa equipaggio solidale raccogliendo fondi anche tu!

Vuoi fare di più?

Raccogli fondi anche tu.
Diventa personal fundraiser!
scopri di più