Le api da alcuni anni non mangiano più. Gli apicoltori le nutrono artificialmente. Questo cambiamento, che nel 2021 è stato devastante, ha spinto le associazioni apistiche nazionali ad affermare che il paesaggio italiano non nutre più come un tempo.
Il nostro paesaggio è cambiato. Non solo le api da miele a farne le spese ma tutti gli insetti impollinatori. Secondo i dati scientifici a nostra disposizione (UE, FAO) dagli impollinatori dipende almeno il 70% del cibo che mangiamo.
Ma anche la copiosità dei raccolti, la catena di biodiversità delle specie connesse come gli uccelli, anch'essi a rischio. Sono decine le specie a rischio in Italia, ma la causa che le sta minacciando -è scritto- sta minacciando una quantità molto più grande.
Abbiamo solo una soluzione. Attuare un modello agricolo che tuteli gli impollinatori. Che dia benessere all'allevamento di collina e pianura. Che nasca dai cittadini. Che riqualifichi il paesaggio.
Questa soluzione è Progetto Fioraia.
Creare un modello di
Le api da alcuni anni non mangiano più. Gli apicoltori le nutrono artificialmente. Questo cambiamento, che nel 2021 è stato devastante, ha spinto le associazioni apistiche nazionali ad affermare che il paesaggio italiano non nutre più come un tempo.
Il nostro paesaggio è cambiato. Non solo le api da miele a farne le spese ma tutti gli insetti impollinatori. Secondo i dati scientifici a nostra disposizione (UE, FAO) dagli impollinatori dipende almeno il 70% del cibo che mangiamo.
Ma anche la copiosità dei raccolti, la catena di biodiversità delle specie connesse come gli uccelli, anch'essi a rischio. Sono decine le specie a rischio in Italia, ma la causa che le sta minacciando -è scritto- sta minacciando una quantità molto più grande.
Abbiamo solo una soluzione. Attuare un modello agricolo che tuteli gli impollinatori. Che dia benessere all'allevamento di collina e pianura. Che nasca dai cittadini. Che riqualifichi il paesaggio.
Questa soluzione è Progetto Fioraia.
Creare un modello di rete con azioni sostenibili replicabili e scalabili per garantire una migliore qualità della vita degli insetti impollinatori, degli animali selvatici e di quelli allevati sul territorio. Rigenerare i paesaggi e l'agricoltura locale attraverso la gestione di terreni incolti e sottogestiti seminando piante mellifere e pollinifere. Aumentare la biodiversità con una ricaduta sul benessere delle cittadine e dei cittadini dei singoli Comuni che aderiscono alla rete.
Il progetto nasce nell'ultimo semestre del 2021 in Piemonte e si svilupperà con una base tecnico scientifica per essere poi replicato in altre regioni come modello.
Al momento abbiamo raccolto quasi 10 ettari intorno a Torino che saranno i primi fiori di questo cambiamento. Da questo nasceranno i presupposto per un'apicoltura stanziale migliore. Per latte e derivati più sani. Per la consapevolezza di nuove comunità.
Col il supporto dell'Università di Torino e con lo staff di Fioraia, possiamo studiare lavorare e seminare e garantire una gestione dei fondi con l'obiettivo di creare una filiera tra proprietari, cittadini, Comuni, apicoltori e allevatori.
Questo modello circolare di scambio necessita di un energia inziale per la semina, che resterà per sempre.
Con il supporto della Regione Piemonte e con altre regioni, grazie allo strumento regionale 'Associazioni Fondiarie' creeremo un regolamento che tuteli chi possiede le terre, per dar vita a una nuova 'filiera del paesaggio'.
Abbiamo bisogno di crescere come associazione, e di una rete.
Chiunque vuole partecipare come Comune, Proprietario, Allevatore, Apicoltore e Cittadino può scaricare i documenti di adesione sul sito https://www.progettofioraia.com
Abbiamo bisogno di denaro per l'acquisto dei primi lotti di semi, e degli strumenti necessari al mantenimento dei primi lotti.
Tutto questo è per il territorio, nostro bene comune.
Abbiamo un sito per le adesioni da parte di Comuni, Cittadini, Allevatori e Apicoltori.