
Un'iniziativa di
Nicolò
L'Elefante e la Farfalla
Buongiorno a tutti, sono Antonio e vorrei lasciare alcune riflessioni sulla mia pagina di profilo.
Mi riferisco a un testo letto alcune settimane fa, scritto da Alessandro D’Avenia sulle pagine del Corriere della Sera e di cui stralcio alcune considerazioni.
Ricevo una lettera: sono mamma di tre figli. Non ho vissuto una vita ovattata, il contesto in cui sono cresciuta è simile al degrado del quartiere descritto nel libro Ciò che inferno non è, ma il sorriso e la speranza, che non mi sono mai mancati, ora invece, nelle brutture odierne, vacillano. Come ritrovare il coraggio e la “leggerezza attenta”, di cercare il bello anche dove non sembra esserci?»
Risponde lo scrittore ed insegnante: Questo messaggio ricevuto di recente mi ha costretto a chiedermi se esiste un metodo per trovare gioia dove non sembra che ci sia, se ci sia ancora la possibilità di scorgere un cigno in mezzo alla polvere e all’immondizia della città, come racconta Charles Baudelaire in una delle sue poesie più belle:
…
Là sorgeva,
altro tempo, un serraglio; là un mattino,
allora che sotto un alto, algido cielo
il Lavoro si sveglia e dalle strade
s’alza un cupo uragano nell’aria silenziosa,
dalla sua gabbia un cigno era fuggito. Io lo vidi: raspava
l’arido selciato con i piedi palmati,
le bianche piume trascinava sullo scabroso suolo.
Spalancando a un secco rigagnolo il becco, l’animale,
convulso, bagnava le ali nella polvere
e con il cuore colmo del suo lago natale,
quando, diceva, pioggia, cadrai? quando, diceva,
tuonerai, folgore? Io lo vidi,
essere sventurato, mito strano e fatale,
a tratti, come l’uomo d’Ovidio, verso il cielo,
l’ironico, il crudelmente azzurro cielo, sul frenetico collo
tender l’avida testa, quasi rimproverasse Dio!
E se invece di aspettare l’apparizione del cigno fossimo noi a poterlo far apparire?
Alessandro D’Avenia
ULTIMO BANCO 26/02/2024
191. Il cigno, l’infermiera e lo spazzino
La domanda di cui sopra è stato lo sprone per iscrivermi all’undicesima avventura nella Milano Relay Marathon. Con mio figlio Nicolò e Andrea, storico staffettista e altri 12 atleti (di cui 8 del Cral dell’azienda Basf che ringrazio vivamente) regaleremo il sogno a una persona con disabilità, costretta da alcuni anni, a muoversi in carrozzina, di vivere la competizione sportiva.
Gli avvenimenti degli ultimi mesi che hanno colpito una nota influencer possono diventare l’alibi per astenersi dalla beneficenza ma se tu vuoi aderire al nostro progetto, puoi supportare le iniziative della sede AISM di Milano (e che trovi nel loro sito) facendo una donazione.
Ti ringrazio anticipatamente
Antonio Borona
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