Un'iniziativa di
Valentina
Cos’è successo in Binondo Square?
Manila è grigia, inquinata, trafficata.
Difficile trovare qualcosa di bello su cui posare lo sguardo, o almeno così mi sembrò a prima vista.
Rischiava di non lasciarmi niente, non fossi finita, quel giorno, in Binondo Square.
La Chinatown di Manila è la più antica del mondo, è fatiscente e ogni momento si rischia di finire in un tombino aperto, impiccati dai cavi elettrici, investiti dall'approssimativa guida asiatica.
Ma in Binondo Square c'è anche una grande piazza, che funge da rotonda per il traffico, circondata da portici e con all'angolo una chiesa cattolica cinese, Binondo Church.
Ci passai un primo giorno, e attraversare quella piazza mi rese subito estranea a me stessa, come fossi stata trasportata in un altro tempo, tanto da dover tirare le redini dei convulsi giri turistici per fermarmi a rifiatare.
E ci passai anche il giorno successivo.
Camminando sotto i portici, le 17:00, ora di punta, tanti senza tetto riposano contro il muro, nei loro rifugi approssimativi circondati da clacson e dal crepuscolo annebbiato, la luce della sera che inizia a tingersi del giallo dei lampioni.
Manila è piena di senza tetto, anche Milano è piena di senza tetto, poche lettere di differenza e tanti km di distanza, ma due grandi città che ugualmente non riescono ad assorbire l'ingiustizia.
Da un camion di manovali che ha accostato lungo i portici, degli uomini calano un bambino, di circa sei anni, che attende la discesa di un uomo magro con le mani imbiancate da calce.e vernice.
Si prendono per mano e insieme si dirigono al loro giaciglio, passandomi di fronte.
Contro il muro dei portici. é più grande degli altri, ha almeno due cartoni in più, ma si trova proprio a ridosso dell'imbocco dei portici, ancora più esposto ai tubi di scarico e al rombo delle macchine.
Il bambino zoppica, vedo che ha una garza sporca legata sotto al ginocchio, sporca di terra e anche un pò di sangue, ma lentamente, silenziosamente, per mano a papà, cammina verso i suoi cartoni (non animati, ahimè) e vi si sdraia.
Anche il papà è silenzioso, pacato, e con quel silenzio e quella calma, che scorre solo tra i due mentre il mondo intorno infuria, seduto per terra inizia ad accarezzare la schiena del bambino sdraiato, con le mani sporche di calce e vernice..
Il bambino ha gli occhi socchiusi, e la ritmica carezza del padre lo fa addormentare presto, con il ginocchio stretto nello straccio, senza cena, senza calore e senza qualcosa in cui sperare il mattino dopo, quando nello stesso modo si dovrà svegliare.
Per me la scena durò un quarto d'ora, mentre questa lettura giusto qualche minuto, e per quanto mi impegni, per quanto quella scena sia impressa a fuoco nella mia anima, non riuscirò a trasmettere la profondità di un papà e un figlio in Binondo Square, che sopravvivono, dopo una giornata di lavoro.
Dovessimo immedesimarci in tutte le brutture del mondo sarebbe impossibile continuare a vivere, per questo spesso rifuggiamo gli sforzi d'immaginazione per accontentarci di scene cruente servite pronte dalle narrazioni comuni.
Ma ci sono ingiustizie silenziose, sorridenti quando ti avvicini a loro, invisibili agli occhi del mondo, ma che serve vedere per sentirsi un pò più parte di esso. E allora, dopo aver incontrato il papà e il figlio, capii che mi era successo, in Binondo Square, quel primo giorno: stavo per rincontrare una parte di me.
Per questo per Natale 2023, un altro Natale che sarebbe stato pieno di oggetti che avrei trascinato fino al natale successivo, come mi è successo per tutti i 31 natali della mia vita, ho deciso che i soldi che sarebbero stati usati per i miei regali, dovranno finire in questa raccolta fondi destinata a CIFA for People.
CIFA è un'organizzazione di Torino che si occupa di bambini e giovani di tutto il mondo.
Sono entrata in contatto con una loro collaboratrice che mi ha illustrato il progetto di Manila: un centro per famiglie di strada dove lavarsi, nutrirsi e trovare riparo,
In India sono stata un anno in un centro molto simile e so che per persone, piccole o grandi, costrette a stare tutto il giorno e la notte per la strada, un tetto dove espletare i bisogni primari è una grande necessità.
Il centro prende in carico più di 100 famiglie di senzatetto di Manila e, nel frattempo, il mio impegno è nel cercare di rintracciare quel papà e quel bambino per metterli a conoscenza di questa opportunità.
Grazie e buon Natale a tutti!

