Tutti possono correre una maratona!

Io e Anna ci siamo conosciute a Torino all'università, più di dieci anni fa, quando le nostre vite erano ancora solo grovigli di spensieratezza. L'ho conosciuta in tenuta sportiva, pronta per andare a pallavolo dopo lezione. Già, perché Anna è sempre stata "quella sportiva", e ora capisco che forse allora, senza saperlo, faceva una preparazione atletica per quello che la vita le riservava. Oggi, infatti, Anna pratica a livello agonistico diverse discipline: è un ingegnere, è madre di tre bambine, è un'amica, una moglie, una figlia, non necessariamente in questo ordine, oltre a un sacco di altri sport nei quali eccelle senza riserve. A volte mi domando come faccia a non cedere terreno neanche su un fronte, e non esagero se dico che per me lei è un punto di riferimento nell'evolversi delle cose della vita, stabile e forte come la roccia. 

Recentemente ha chiesto a noi amiche storiche dell'università, di scendere in campo a fianco a lei per Linfa, l'associazione per la ricerca sulle neurofibromatosi, per correre insieme la Venice Marathon. E benché io non mi senta minimamente in grado di correre una maratona, non posso fare a meno di provarci. Perché se Anna è in grado di fare tutto quello che fa, io, forse, con un po' di buona volontà, potrei addirittura essere in grado di correre una maratona!

Quindi, tra un allenamento di canottaggio e uno di tessuto e trapezio, ho deciso di accettare questa sfida e il 22 Ottobre proverò a correre la maratona di Venezia insieme a un sacco di altre rocce come la mia amica Anna (o quasi, perchè di Anna ce n'è una).

Lo faccio per lei, lo faccio per le sue figlie meravigliose, "fiori di rara bellezza", ma lo faccio soprattutto per sensibilizzare chiunque lèggerà queste parole, su un tema che, a me in primis, è sempre sembrato lontanissimo, quello delle malattie rare. Questo finché non ti ci ritrovi così vicino che capisci che la condivisione è l'unica base possibile per andare avanti.