Crowdfunding Sociale: che cos’è e come funzionano le Raccolte Fondi

Crowdfunding Sociale: che cos’è e come funzionano le Raccolte Fondi
Il crowdfunding sociale (donation based) è una pratica sempre più diffusa che sta cambiando il modo in cui trovano sostegno e finanziamento economico i progetti di utilità sociale, promossi da organizzazioni non profit, associazioni, comitati di cittadini.
Anche alcuni enti pubblici, come le scuole e gli ospedali, hanno iniziato a sostenere i loro progetti tramite il crowdfunding.
Se vuoi approfondire come funziona il crowdfunding sociale trovi nel seguito una guida.
Iniziamo subito!
Che cos’è il crowdfunding sociale?
Il crowdfunding donation based si configura come una raccolta di fondi per contribuire a livello collettivo alla realizzazione di un progetto non profit o al sostegno economico di un bene comune, grazie al contributo di cittadini che per spirito altruistico, come gesto di solidarietà e di cittadinanza attiva, decidono di donare e di coinvolgere la loro rete sociale a fare altrettanto, per raggiungere un obiettivo di raccolta fondi determinato, necessario alla realizzazione del progetto.
Spesso tutto avviene grazie ad una rete che si diffonde soprattutto grazie all’uso del web e dei social network in particolare, in modo da promuovere il progetto anche al di fuori della sua iniziale community di riferimento.
Cosa sono le raccolte fondi per la realizzazione dei progetti
Le raccolte fondi attraverso il crowdfunding solidale si realizzano attraverso apposite pagine web sulle quali viene promosso il progetto, ed è possibile effettuare le donazioni e visualizzare in tempo reale l’ammontare complessivo delle donazioni.
Rete del Dono permette agli enti non profit, ai singoli cittadini e alle aziende di pubblicare pagine di raccolta fondi, in modo semplice e sicuro.
Il Team di Rete del Dono è sempre a disposizione degli utenti per dar loro assistenza e consigli affinché la raccolta fondi avvenga sulla base di un progetto di coinvolgimento che possa coinvolgere le persone a sostenerlo.
Inoltre è disponibile una guida dettagliata, frutto di 10 anni di esperienza maturata a fianco dei nostri utenti, progettisti enti non profit, fundraiser e donatori.
Tipologie di progetti
Il crowdfunding donation based (o crowdfunding sociale) può essere attivato per diverse tipologie di progetto.
In primo luogo ci sono sicuramente quelli che riguardano il campo della solidarietà, dall’assistenza e ricerca medica, alla cooperazione, all’inclusione e all’integrazione sociale, al diritto all’istruzione.
Possono anche essere finanziati mediante crowdfunding donation based progetti di natura culturale e artistica, così come i progetti legati alle associazioni sportive dilettantistiche e i progetti di formazione e ricerca promossi da associazioni culturali.
Infine sono ormai molti gli esempi di crowdfunding a sostegno di progetti di riqualificazione urbana, salvaguardia del territorio, protezione e valorizzazione dell’ambiente, promozione e difesa dei diritti civili.
Le regole base per il funzionamento di una campagna di crowdfunding
Una pagina di crowdfunding deve descrivere il progetto il più possibile attraverso un’idea chiara e semplice, in modo che il racconto del progetto sia intuitivamente comprensibile per tutti.
Sulla piattaforma è consigliabile utilizzare frasi dirette e paragrafi brevi, mettendo in evidenza, anche con il grassetto e con il corsivo, gli obiettivi che si vogliono raggiungere.
Foto e video aiutano a rendere la descrizione del progetto più coinvolgente e più adatta ad incentivare le persone a sostenere la campagna con una loro donazione.
L’obiettivo delle immagini è quello di far emozionare.
Possiamo poi condividere il tutto sui social network, come Facebook, Instagram e Linkedin, e possiamo inviare tramite e-mail, WhatsApp per far aumentare la diffusione della rete.
I vantaggi di creare una campagna di crowdfunding per il sociale
I vantaggi del crowdfunding vanno oltre il finanziamento economico dei progetti: esso permette l’attivazione di una comunità, creando una rete di persone che potrà essere tenuta aggregata grazie al senso di appartenenza al progetto comune e potrà essere attivata anche in seguito al raggiungimento del primo obiettivo, intorno ad altre attività.
Perché donare con il crowdfunding sociale
Donare nell’ambito di una campagna di crowdfunding sociale significa partecipare ad un progetto e dare al proprio dono anche il significato di un gesto consapevole di cittadinanza attiva.
Spesso infatti i donatori in questo contesto hanno infatti la possibilità di verificare il raggiungimento dell’obiettivo e valutare l’impatto concreto della loro donazione sulla comunità
Come costruire il progetto
Il progetto è, di fatto, il fulcro, la sua ragion d’essere perché i fondi raccolti serviranno proprio per realizzarlo. Essere in grado di strutturare e raccontare, in modo semplice e diretto, il progetto è un passaggio fondamentale per una campagna di successo.
Sintetizziamo qui di seguito i passaggi chiave su cui ti suggeriamo di concentrare l’attenzione per descriverlo in modo organico ed efficace:
• Obiettivo del progetto: cosa intendo fare con i fondi raccolti?
• Beneficiari: chi trarrà beneficio dal progetto?
• Impatto sociale: quale bisogno soddisfo e quali i benefici per la comunità?
Per esperienza, sappiamo che progetto di raccolta fondi funziona quanto più riesce ad essere:
1. Concreto: es. il rifacimento del campo sportivo della scuola.
2. Trasversale: es. viene coinvolta l’intera comunità scolastica di tutti gli studenti dai 6 ai 13 anni attuali, gli ex alunni e le famiglie dei futuri iscritti.
3. Modulabile: soprattutto se sei alla tua prima esperienza di crowdfunding considera un progetto che sia modulabile. Nel caso del campo sportivo potrai decidere di raccogliere fondi per sistemare in primo luogo il fondo del campo. E poi, se la raccolta decolla, passare agli spalti e/o alle attrezzature.
Titolo della campagna
Il titolo è una parte importante perché è il primo elemento identificativo della campagna. Se ben costruito potrebbe diventare #hashtag ufficiale della stessa, accompagnando tutte le comunicazioni, dai canali social alla newsletter. Sintetizziamo di seguito le caratteristiche chiave
• Conciso: idealmente un paio di parole o una frase molto breve. Citiamo a titolo di esempio alcune campagne estremamente efficaci, es. #conquistiamocilaluna, #insiemeperlamusica, #jointhefigh, #givethebeat.
• Esaustivo: contenere il messaggio chiave della campagna, così che il potenziale donatore sia in grado di coglierne immediatamente il contenuto e la ragion d’essere.
• Originale: unico e mai utilizzato da altri (si suggerisce di controllare che non ci siano # con questo nome).
Obiettivo di raccolta fondi
Definire l’obiettivo di raccolta fondi della campagna è una scelta articolata in quanto, per arrivare a una giusta stima, è necessario considerare diverse variabili. Limitarsi a prendere in considerazione il mero valore del progetto sarebbe riduttivo perché escluderebbe a priori i costi da sostenere per coprire le attività di divulgazione e promozione della campagna. Vediamo per ordine quali sono gli aspetti da includere nel budget complessivo della campagna:
• Progetto
• Ricompense
• Attività di comunicazione – online e offline
• Fee della piattaforma e commissioni bancarie
Stabilire l’obiettivo di raccolta fondi permetterà di fare le opportune valutazioni sul numero di donatori da coinvolgere.
• Supponendo di avere un obiettivo di raccolta fondi di 5.000€ e una donazione media di 50€, dovrò coinvolgere 100 donatori.
• Ipotizzando una redemption del 10%, dovrò coinvolgere circa 1.000 donatori (naturalmente la tua redemption dipende dalla qualità dei tuoi contatti e dalla tipologia di campagna che hai in essere- es. emergenza versus campagna annuale di raccolta fondi)
L’esercizio dell’“algoritmo delle donazioni” è utile per comprendere il numero di donatori da coinvolgere per arrivare a un certo obiettivo. Non solo, potrai immediatamente capire se la community di partenza è abbastanza ampia o se si dovrà fare uno sforzo importante per allargarla e coinvolgere un bacino più ampio di individui.
Durata
Circoscrivere la durata temporale della campagna di crowdfunding è cruciale per pianificare le diverse attività di comunicazione e per valutare, in itinere, l’andamento della raccolta fondi. In genere si raccomanda un periodo di circa 3 mesi, adattabile in funzione di 3 variabili: obiettivo economico, milestone (i momenti cruciali di comunicazione e coinvolgimento) e dimensione della community.
In genere si raccomanda un periodo di circa 3 mesi, adattabile in funzione di 3 variabili: obiettivo economico, milestones (i momenti cruciali di comunicazione e coinvolgimento) e dimensione della community.
Una volta definiti questi elementi, si potrà facilmente declinare un’efficace narrazione che permetterà, non solo di coinvolgere, ma anche di ingaggiare la tua community. La natura progettuale del crowfunding è estremamente funzionale a tale scopo. Tuo compito sarà quello di renderli protagonisti della campagna.
Come attivare la community
Una campagna di crowdfunding ha successo nella misura in cui riesce ad attivare e coinvolgere una community. È fondamentale, prima della campagna, fare un’accurata analisi della stessa per capirne composizione, come e quando coinvolgerla, con quali strumenti e con quale tempistica e come declinare il messaggio sui diversi target: in definitiva impostare una strategia di comunicazione.
Se il tuo database è anche solo parzialmente profilato, cioè se hai registrato qualche informazione in più rispetto a nome-cognome-indirizzo email, riuscirai a costruire dei sottoinsiemi, dei “cluster” di persone che potrebbero avere diverse capacità di dono. In questo caso avrai informazioni utili per diversificare i messaggi da inviare e per scegliere le modalità più adatte per coinvolgere ciascuno di essi.
Se non hai mai fatto nulla in questo senso, può valere la pena capire se queste informazioni sono comunque a disposizione della tua organizzazione, ma stanno nelle teste delle singole persone o nelle rubriche di ciascuno piuttosto che nelle memorie dei cellulari. Se cosi fosse, approfittane per “patrimonializzare” queste preziosissime informazioni e trasferirle su un file condivisibile con tutti.
Chi coinvolgere?
Una volta raccolti tutti i contatti e studiato il database, è possibile lavorare sulla strategia di coinvolgimento. La strategia vincente è quella “a spirale”: si coinvolge prima chi si conosce bene, persone con le quali c’è un rapporto di fiducia e che si attivano più facilmente, per arrivare alla cosiddetta "crowd", folla in inglese.
I primi promotori e donatori della raccolta fondi sono parte integrante della tua realtà: i membri del CDA, lo staff, i volontari e tutti coloro che vi gravitano intorno.
Quello che noi chiamiamo zoccolo duro sono invece i donatori fedeli e che ti sostengono da sempre oppure nuovi donatori che ti conoscono da poco ma carichi di energia e entusiasmo. Persone, insomma, sulle quali senti di poter contare.
Naturalmente, anche le aziende “amiche” – quelle che già ti sostengono e ti seguono – fanno parte della tua community di riferimento e la loro attivazione per la tua causa può essere importante ai fini di dare maggior viralità alla campagna e del raggiungimento del tuo obiettivo. Chiedici la nostra presentazione per le aziende per saperne di più!
Gli influencer, contrariamente all’immaginario collettivo, non sono solo persone famose – come i Ferragnez - ma possono essere esperti di settore o rappresentanti della comunità locale che hanno una buona reputazione e seguito. Tipicamente sono persone vicine al progetto e disposte a metterci la faccia, a promuoverlo in prima persona investendo tempo e competenze a supporto dello stesso. Rivestendo un ruolo di leadership all’interno della community, sono in grado di coinvolgerla e avvicinarla al progetto e al dono. Osserva la tua comunità e valuta chi potrebbe avere queste caratteristiche, come e in che modo coinvolgerla o coinvolgerlo. Chiedere non costa nulla!
Quando coinvolgerli?
Le prime persone da coinvolgere sono le più vicine per un motivo: perché con loro c’è un rapporto di fiducia che ti assicura le prime donazioni. La strategia di coinvolgimento a spirale ti permette infatti di movimentare la pagina con donazioni “sicure” prima di promuovere il progetto alla community più estesa. È più efficace che il potenziale donatore che ti conosce poco atterri su una pagina dove ci sono già state donazioni. Non solo: il nostro consiglio è di indirizzare le prime donazioni in modo che ci siano “tagli” diversi, e che chi atterra dopo sulla tua pagina, si senta libero di donare 10€ come invece cifre significativamente alte, perché vede che ce ne sono già sia in un senso che nell’altro. L’esempio fa da traino, anche in questo caso.
Fai quindi un’analisi attenta della tua community e prepara di conseguenza il tuo piano editoriale, pensando a chi stai comunicando e in quale fase della raccolta sei.
La tua community, inoltre, può diventare protagonista della tua comunicazione. Quando il progetto comincia a decollare, puoi pensare di raccontarlo riportando messaggi o testimonianze dei donatori "della prima ora". Stessa cosa puoi fare successivamente con gli influencer.
Con quali canali?
La comunicazione del tuo progetto è ovviamente determinante per farlo decollare e permettergli di raggiungere l’obiettivo. I canali attraverso cui promuoverlo sono quelli che utilizzi normalmente per comunicare con la tua community:
• Sito web
• E-mail Marketing (DEM & Newsletter)
• Messaggistica (WhatsApp)
• Social media (Facebook & Instagram)
Troverai altre indicazioni utili alla pianificazione delle campagne di crowdfunding nella guida online completa di Rete del Dono.