Lucia, dopo tutte le sue disavventure, è accolta nella casa del sarto. Si tratta di una domenica di festa grande per l’arrivo dell’arcivescovo di Milano e in pentola bolle il cibo più pregiato: il cappone, protagonista della tavola delle grandi occasioni. Questa circostanza fortuita permette alla moglie del sarto di poter ristorare la povera Lucia con una scodella di brodo guarnita di fette di pane. Si trattava di una precisa consuetudine alimentare: il brodo di pollo, con l’aggiunta di pane bianco, era il piatto riservato agli ammalati, ai convalescenti, alle puerpere e a tutti coloro che dovessero recuperare energie. A questo scopo si ammazzava di solito la gallina vecchia (che, secondo il detto, fa buon brodo), non certo il “nobile” cappone della festa, e con il pane si preparavano le varianti del piatto, eventualmente con l’aggiunta di formaggio grattugiato, uovo, burro: la zuppa, il pancotto, il pantrito.
insomma: la zuppa è dovunque!
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