Lubiana, Zagabria e il confine serbo sono le pietre miliari che ho superato negli ultimi 900 km.
Mi sono lasciato alle spalle la pianura padana, i boschi e prati della bucolica Slovenia, le sponde della Krka fino a Novo Mesto, poi la Sava, le vestigia del triste campo di concentramento di Jasenovac, la monotonia snervante della pianura agreste croata.
La Turchia non è più un miraggio.