Corro perché……ricomincio da me!-Simona Bravi
Corro perché……ricomincio da me!-Simona Bravi

Corro perché……ricomincio da me!

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Mi chiamo Simona, la mia nuova vita è iniziata il 12 Luglio 2012 e la mia storia è iniziata qualche mese prima con una diagnosi non accurata.... Ero spaparanzata sul divano e stavo chiacchierando  al telefono con una mia amica quando ho sentito un nodulino simile per dimensioni e consistenza a un chicco di riso. Avevo, come ogni anno, già prenotato mammografia ed ecografia. Mammografia negativa, l’ecografia evidenzia il nodulo, il medico mi rassicura dicendomi di stare tranquilla poichè i noduli visibili solo all’ecografia non si trasformano mai.... Dopo qualche mese, (9 per l’esattezza) sotto la doccia, ho sentito altri nodulini: erano almeno tre.
Gli ultimi mesi erano sono stati molto diffficili, tanto stress a causa del lavoro e soprattutto  la malattia di mio papà a cui ho dato priorità. Ho fatto i controlli: la mammografia è risultata ancora negativa, l’ecografiaha  evidenziato nuovamente i noduli; da come mi ha guardata il medico, ho subito capito che qualcosa non andava; ho fatto l’agaspirato e sono tornata a casa: era martedì.
Il giovedì successivo alle 16:20 il medico mi ha comunicato telefonicamente l’esito dell’agoaspirato e non ci sono stati più dubbi: presenza di cellule cancerose. Alle 18:30 dello stesso giorno, dopo la visita, avevo già prenotato l’intervento per la settimana successiva. Uscita dalla studio mi sono messa in macchina e sono tornata a casa: ho pianto in auto, a casa, ovunque. Un tumore è un tumore, nessuno mi poteva confortare, neanche mio marito Stefano che, da quel momento, non mi ha mai lasciata sola. Finalmente era  arrivato il giorno dell’intervento: mi sono addormentata e svegliata con un pensiero fisso, il linfonodo sentinella. La Dr.ssa Galimberti, che non finirò mai di ringraziare, mi ha guardata negli occhi e mi ha detto che tutto era andato bene.
Ho fatto la radioterapia intraoperatoria e la ricostruzione bilaterale. Vedermi con il mio nuovo fisico, notevolmente migliorato, è stato come ricevere una mega scarica di adrenalina, mi ha dato una una carica pazzesca, per me è stato come rinascere. Ho affrontato i 5 anni di terapia ormonale: tamoxifene tutti i giorni e iniezione  di Decapetyl ogni 28 giorni. L’iniezione è stata per il primo anno il mio incubo perchè, nonostate fossi stata una donatrice, ho tuttora paura degli aghi. Poi per fortuna ho trovato Monica, che per i quattro anni successivi mi ha coccolata, supportata, incoraggiata, mi ricordava anche il pDay (puntura day)! E’ stata così rassicurante che nel giro di pochi mesi  ho iniziato a fare le iniezioni in piedi e non più sdraiata sul suo lettone...
Da quel 12 Luglio ho capito che la vita mi aveva dato una seconda possibilità. Ho imparato a pensare più a me stessa, ho fatto pulizia tra parenti e amici, ho cambiato il mio percorso lavorativo. Lasciare il lavoro dopo 25 anni è stata una scelta dura ma consapevole. Non potevo iniziare un nuovo percorso lavorativo che si stava rilevando indegno rispetto  alla mia vita aziendale precedente. Le persone con le quali mi sono confrontata nulla avevano da condividere con le persone con le quali ero cresciuta professionalmente. Sì, ho deciso di lasciare quel lavoro nonostate la responsabile del personale al primo colloquio mi avesse suggerito di accettare la proposta di lavoro, poichè lei sapeva che ero stata operata di un tumore e lavorare avrebbe fatto bene dal punto di vosta psicologico. Ma cosa ne poteva mai sapere lei, una persona  mai vista prima, che di me non conosceva nulla?  Cosa ne sapeva di ricostruzione intraoperatria, di riduzione degli  effetti collaterali della chemiotrerapia, del casco che non fa cadere i capelli, dell’immunoterapia, delle terapie che sono sempre più personlizzate, dei  progressi che la ricerca sta facendo.
Da quel colloquio ho deciso di ripartire, ho iniziato a correre, ho ripreso la mia voglia di fare, di lavorare, di imparare e di conoscere. Nel maggio 2014 ho trovato anche un nuovo lavoro: quando entri in una grande azienda e non conosci nessuno, devi chiedere tutto e imparare tutto come fosse il primo giorno di scuola. Mi sono rimessa in gioco e oggi, a quattro anni di distanza, posso dire che mi è andata veramente bene. Ed è merito soprattutto dei miei colleghi che sin dai primi giorni mi hanno fatto sentire a casa. Non mi hanno mai fatto domande quando avevo le vampate e diventavo paonazza, quando in pieno inverno portavo le magliette con le maniche corte e quando arrivavo in ufficio con  i miei capelli corti dai colori impossibili.
Ed ora eccomi qui, con l’onere e l’onore di essere un’ ambasciatrice delle “Pink is Good Running Team”.Chi mi conosce sa che non mi piace chiedere, preferisco dare  che ricevere.  Ma l’obiettivo di quest’anno è troppo importante: finanziare un giovane ricercatore specializzato nella ricerca contro il tumore al seno e gli altri tumori femminili. Aiutatemi a raggiungere questo obiettivo, ognuno lo faccia in base alla proprie possibilità. Facciamolo insieme per me, per te e per tutte le donne!
Insieme alle mie PinkCompagne ci alleniamo ogni lunedì e giovedì, tutte insieme corriamo per finanziare la Ricerca, perchè la Ricerca è Donna! Cosi’ come la Chimica, la Fisica, la Biolgia, l’Astrofisica, la Filosofia, l’Informatica, la Matematica,l’Economia. Tutte insieme corriamo per sostenerci, per superare i nostri limiti, le nostre paure, per condividere le nostre esperienze e anche per migliorarci fisicamente, seguendo una corretta alimentazione.
Io corro perché la corsa non è solo sudore. Corro anche se sono stanca, corro anche quando ho il mal di testa e corro quando piove, non trovo più scuse. Correre mi fa stare bene!

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