La Riforma del Terzo settore sta entrando nel vivo della sua operatività, con il passaggio di migliaia di realtà al Registro unico nazionale del Terzo settore. Ecco le principali novità e scadenze per il 2022
La Riforma del Terzo settore è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale nell’agosto del 2017, ma l’introduzione operativa è stata – ed è tuttora – molto graduale. In particolare, dal 23 novembre 2021 è iniziato il processo di trasmigrazione delle organizzazioni di volontariato (Odv) e associazioni di promozione sociale (Aps) iscritte nei registri attuali. A marzo 2022, sono oltre 83mila gli enti che hanno effettuato il passaggio al Registro unico nazionale del Terzo settore (RUNTS). E 3400 le domande di nuove iscrizioni. Vediamo quali sono le principali novità per il 2022 e alcuni consigli per aggiornarsi e organizzarsi nel migliore dei modi.
Proroga termini 2022
Il decreto legislativo n. 228/2021, convertito in legge n. 15 del 22 febbraio 2022 (G.U. n. 49 del 28 febbraio 2022), meglio noto come “proroga termini”, include alcuni disposizioni rilevanti per il Terzo settore. In particolare è prorogato al:
- 31 luglio 2022 il termine stabilito dall’art. 106, comma 7 dl n. 18/2020 per lo svolgimento delle assemblee online di società, imprese private, associazioni e fondazioni;
- 31 dicembre 2022 il termine entro cui le Soms, già esistenti alla data di entrata in vigore del dlgs n. 117/2017 (3 agosto 2017), possono trasformarsi in associazioni di promozione sociale o in altra associazione del Terzo settore senza devoluzione del patrimonio;
- 31 dicembre 2022 la destinazione della quota del 5 per mille con le modalità stabilite dal dpcm 23 luglio 2020 per gli enti del volontariato alle Onlus iscritte all’anagrafe al 22 novembre 2021;
- il 31 dicembre 2025 scade la concessione demaniale e comunale relativa ad impianti sportivi per le associazioni sportive dilettantistiche senza scopo di lucro colpite dalla pandemia;
- 31 dicembre 2022 le spese relative al Fondo per il contrasto della povertà educativa.
Riforma Terzo settore 2022: le date da segnare in calendario
Oltre alle proroghe, ci sono alcune date già fissate per il 2022 da ricordare:
- entro il 31 maggio 2022 Odv, Aps e Onlus possono adeguare i propri statuti alla nuova normativa del Terzo settore. Con le maggioranze semplificate previste per l’assemblea ordinaria.
- le Onlus possono iscriversi al registro unico fino al 31 marzo “del periodo d’imposta successivo all’autorizzazione europea sulla nuova parte fiscale”. Ipotizzando che tale autorizzazione arrivi nel corso del 2022, il termine sarebbe quello del 31 marzo 2023.
5 per mille 2022
Il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha pubblicato sul suo sito importanti chiarimenti relativi all’iscrizione al 5 per mille 2022. Le organizzazioni di volontariato (Odv), le associazioni di promozione sociale (Aps), le cooperative sociali e le imprese sociali non costituite in forma di società iscritte nei precedenti registri e coinvolte nel processo di trasmigrazione, se presenti nell’elenco permanente pubblicato sul sito del Ministero, sono considerate automaticamente accreditate anche per l’anno 2022 senza necessità di ulteriori adempimenti.
Odv e Aps non presenti nell’elenco sopracitato possono accreditarsi al 5 per mille 2022 entro il 31 ottobre 2022, dopo essersi iscritte al RUNTS. Le associazioni riconosciute e le fondazioni operanti nei settori Onlus, facenti parte della precedente categoria degli enti del volontariato, possono accreditarsi al 5 per mille 2022 se iscritte all’elenco permanente pubblicato sul sito del Ministero e al Runts.
Riforma Terzo settore 2022: gli errori da non fare
Per molti enti senza fini di lucro la possibilità di acquisire la qualifica di ente del Terzo settore sta rappresentando uno snodo fondamentale nella pianificazione delle proprie attività. Numerose proroghe hanno permesso a Onlus, ODV, APS ed imprese sociali di adeguare i propri statuti utilizzando le maggioranze “semplificate”. Sicuramente è bene non guardare all’acquisizione della qualifica di ente del Terzo settore come ad un mero adempimento. Se da un lato per alcune categorie di enti il passaggio potrebbe essere meno articolato, si pensi ad esempio alle Associazioni di Promozione Sociale o alle Organizzazioni di Volontariato, per altri – prime fra tutte le Onlus – assume una rilevanza fondamentale, e deve essere ragionato da un punto di vista strategico.
Quali impatti al di là del riordinamento giuridico
La riforma aiuta a fare un po’ di chiarezza nel variegato mondo del Terzo settore che, secondo una esplicativa definizione di Giovanni Moro, rappresenta “una categoria del pensiero economico diventata prima teoria sociale, poi provvedimento legislativo di carattere tributario e ora spazio protetto di azione in cui tutto è possibile, dai ristoranti alle palestre, dalle cliniche alle polisportive”. Ai nuovi ETS viene ora richiesto uno sforzo di trasparenza ed accountability non secondario, anche rispetto all’attività di rendicontazione economica e sociale. Occorre quindi in primo luogo essere consapevoli di cosa vorrà dire diventare (o non diventare) degli ETS in modo da poter sfruttare a pieno in vantaggi e le opportunità che la riforma offre.
Riforma Terzo settore 2022: qualche consiglio pratico
In primis è importante non limitarsi a fare una valutazione di pura “convenienza” , ragionando magari in un’ottica esclusivamente fiscale ad esempio, quanto piuttosto di “appartenenza”. Si dovrebbe quindi sfruttare l’occasione fornita dalla riforma per ripensare la struttura dei singoli enti al fine di assumere una conformazione coerente con il proprio modello organizzativo, la propria governance e la natura delle attività svolte. Un esempio concreto sono le Onlus che dovranno fare una scelta di campo per decidere cosa diventare all’interno del nuovo ecosistema, optando ad esempio per una dimensione associativa/volontaristica o piuttosto assumere un profilo imprenditoriale, virando verso l’impresa sociale.