Skip to main content

È già di nuovo il tempo delle Maratone Solidali e, dopo la ripartenza post Covid del 2022, dai Charity Program di quest’anno ci si aspettano numeri in crescita. Per arrivare pronti ad appuntamenti come la Run Rome The Marathon o la Milano Marathon, le organizzazioni non profit hanno già cominciato con la prima fase della loro strategia, forse la più importante: coinvolgere i runner solidali, l’anima delle raccolte fondi sportive. Alcuni consigli su come motivare i runner.

Come motivare i runner: il reclutamento

Il primo obiettivo di un’organizzazione non profit è quello di attivare i runner in prima persona, in modo che siano ambasciatori della propria causa prima ancora che donatori. Saranno infatti i runner Personal Fundraiser a promuovere i progetti delle non profit presso le proprie cerchie sociali, perché ci credono e sono motivati a fare bene.

  1. Network dell’associazione. I più vicini all’organizzazione sono sempre le persone da cui partire nel reclutamento, facendo leva sul loro senso di appartenenza già molto forte. Ecco perché il primo bacino sono i lavoratori, i volontari e i sostenitori più affezionati. Sfidarli a correre per la causa (che essi conoscono bene) e invitarli ad associare alla sfida sportiva quella solidale è la chiave per farli diventare personal fundraiser. È importante ricordare loro che la Maratona solidale è alla portata di tutti: le frazioni della staffetta vanno dai 6 ai 13 km e la si può affrontare anche camminando veloci. Qui l’unica gara è di solidarietà! Tanti fundraiser hanno iniziato così, pur non avendo mai corso… e oggi sono diventati degli appassionati di corsa.
  2. Associazioni Sportive Dilettantistiche. Mappare e contattare le ASD del territorio permette di entrare in dialogo con degli sportivi, e dunque con persone facilmente coinvolgibili in un evento di corsa. Qui insomma si lavora all’opposto rispetto a prima: si fa leva sulla passione per lo sport e sul fatto che lo sforzo fisico non è per loro respingente. Per motivarli basta far conoscere loro la causa.
  3. Aziende amiche. Una staffetta solidale è un’ottima occasione di team building e Corporate Social Responsability, che fa sentire i dipendenti protagonisti. Per sensibilizzare le aziende circa l’impatto sociale che può avere una simile iniziativa, Rete del Dono mette a disposizione anche una presentazione e il Fundraising Kit Aziende.

Come motivare i runner prima della maratona

Una volta raccolte le disponibilità dei runner, per far sì che il maggior numero possibile di essi diventi anche un Personal Fundraiser aprendo una propria pagina di donazione, è necessario “gasarli”.

  • Il pettorale in regalo. Per chi apre una raccolta fondi personale, la partecipazione alla maratona sarà gratuita. L’obiettivo ultimo infatti non è quello di vendere il pettorale, ma di stimolare al massimo la diffusione della raccolta fondi. Si possono porre degli obiettivi minimi di raccolta a fronte del quale regalare il pettorale: 200 euro per i singoli, 500 per una staffetta e 1.000 per i gruppi più numerosi.
  • Il Donation Day. Un modo per lanciare la campagna è stabilire un giorno nel quale chiamare tutti al dono, mettendo in palio dei premi per coloro che doneranno nell’arco delle 24 ore. Si deve comunicare in anticipo, con un countdown via email e social.
  • Il Running Team. Per coinvolgere i runner è molto utile creare un team, dandogli un nome e organizzando allenamenti in presenza. Si possono anche condividere sui tuoi social delle sessioni di training magari proposte da un professionista o un testimonial del mondo dello sport. Sport senza frontiere è molto abile nel favorire la partecipazione agli allenamenti di gruppo.
  • Il Dress code. Una maglietta o un accessorio particolare da far indossare a tutti i partecipanti rende immediatamente distintiva l’associazione. Le staffette, il giorno della manifestazione, si riconosceranno tra loro sentendosi parte di un’unica grande squadra. Per aumentare la visibilità e il senso di appartenenza si possono usare anche palloncini, bandiere, cappellini, bandane e gadget colorati. In questo #RunforEmma sono dei maestri.
  • La Sfida solidale. Creare una gara solidale tra le proprie staffette, sfidando fundraiser e sostenitori a raccogliere più fondi delle altre, è un ottimo modo per stimolare la competizione. Si può anche creare un concorso per la staffetta più creativa nella declinazione del tema e del dress code della campagna.
  • La Scommessa con gli amici. Divertente anche suggerire ai runner fundraiser di scommettere con i propri amici: se la raccolta arriva a un determinato risultato, dovranno fare qualcosa di curioso, come correre truccati o con un costume.
  • Gli incontri con i runner. Servono per incoraggiarli, fare squadra, rispondere a eventuali dubbi su come donare e fare personal fundraising. Chi ancora non lo è diventato, potrà essere ispirato dai primi runner che sono diventati fundraiser. In queste occasioni, ma anche sul sito e sulla Newsletter, il loro contributo e i loro traguardi vanno valorizzati affinché diventino esempi per tutti e si inneschi lo spirito di emulazione. Amici di Marco ad esempio organizza aperitivi solidali per far conoscere tra loro i runner.
  • L’App di Rete del Dono. Per avere sotto controllo più facilmente la propria pagina e l’andamento delle donazioni, bisognerebbe consigliare ai runner di scaricare l’App gratuita, disponibile per IOS e Android.

Come motivare i runner dopo la maratona

Ringraziare per l’impegno e il contributo è essenziale per chiudere bene l’esperienza e rinsaldare il legame con i runner, ma soprattutto è il primo passo per riaverli l’anno successivo.

  • Le ricompense. I reward stimolano le donazioni e gratificano i donatori più generosi, ma possono essere anche sproni per i Personal Fundraiser.
  • I ringraziamenti. Bisogna ricordare ai Personal Fundraiser di ringraziare ogni singolo donatore sulla pagina di Rete del Dono. E bisogna lasciare un messaggio anche come organizzazione beneficiaria.
  • Runner protagonisti. Newsletter, sito e social devono popolarsi dei volti dei runner. Vanno citati tutti, come fosse un album di figurine, per ringraziarli pubblicamente uno per uno. Spazio anche a qualcuno in particolare che racconti la propria esperienza. Al termine, è importante informare tutti sui risultati della loro raccolta.
  • La cerimonia conclusiva. Entro un mese, è bene chiamare a raccolta tutti i runner per un racconto di come è andata e presentare i risultati della raccolta. Visibilità massima ai runner personal fundraiser, premiando ad esempio chi ha raccolto di più. È un ennesimo modo per valorizzare il loro impegno senza prezzo e comunicare a chi non si è attivato come personal fundraiser, “cosa si è perso”!
    •  
Francesca Gervasoni

Laureata in Filosofia presso Università degli studi di Milano, ha un’esperienza di 15 anni nel mondo delle agenzie di comunicazione per il mondo profit. Nel 2012 cambia vita e approda su Rete del Dono, dove mette in pratica quello che ha imparato nella precedente vita professionale, per aiutare ONP e aziende ad attivare campagne di raccolta fondi non profit. In Rete del Dono, ricopre il ruolo di Head of Charity Program e si occupa dei rapporti con le aziende.

Lascia un commento