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Una landing page per una non profit è uno strumento molto importante per ampliare il proprio database di contatti e raggiungere nuovi potenziali donatori: ecco come strutturarla

Imparare come si struttura una landing page per un’associazione non profit è importante per farsi notare nel vasto mondo del web. Oggi quasi nessuna realtà, intesa come azienda ma anche come istituzione o associazione, può permettersi di operare senza lavorare sulla comunicazione. Siamo immersi costantemente in un flusso di immagini, suoni e informazioni a tal punto che spesso fatichiamo a focalizzare la nostra attenzione su qualcosa. Se stai lavorando ad una campagna di comunicazione per un’associazione non profit ti sarà utile sapere come strutturare una landing page efficace per la tua non profit.

Che cos’è la landing page

Partiamo dalle basi: una landing page è, letteralmente, una pagina di atterraggio. Si tratta infatti della pagina su cui “atterra” un potenziale cliente, che nel caso di un’associazione non profit potremmo considerare un sostenitore o un donatore, dopo che ha cliccato su un annuncio. L’annuncio può essere quello di una campagna Facebook, o Google, per esempio. La landing page non coincide quindi con la homepage del vostro sito, né con una qualsiasi altra pagina. Vale la pena, infatti, creare una pagina dedicata ad hoc per poter, a ritroso, analizzare gli elementi, grafici o di copy, che meglio si adattano al nostro obiettivo.

E soprattutto per convertire, ossia per ottenere dall’utente l’azione che vorremmo compiesse: che sia una firma per una petizione, generare nuovi iscritti alla newsletter o una raccolta fondi. La landing page è una pagina web costruita con l’intento di ottenere una conversione, ossia è strutturata per fare prendere una decisione del visitatore. Per questo la landing page è un’esperienza user-centered, focalizzata su bisogni e aspettative dell’utente.

Iniziare a strutturare una landing page per una non profit

Il primo elemento a cui dobbiamo prestare attenzione, quando andiamo a impostare una landing page per un’associazione non profit, è proprio chiederci da dove provengono i nostri visitatori. Se, per esempio, la landing page è studiata per una campagna DEM (ossia direct email marketing) possiamo presupporre che l’utente conosca già chi siamo, perché magari è già iscritto alla nostra newsletter.

Il contenuto della landing page dunque potrà avere un determinato tono, per accompagnare l’utente a svolgere una determinata azione. Se, al contrario, stiamo pianificando una pagina d’atterraggio da una campagna Google, sappiamo che la persona che la leggerà sarà probabilmente scelta sulla base di dati demografici o geografici, ma non possiamo certo dare per scontato che conosca la nostra realtà.

In generale, al momento di impostare la prima bozza di ciò che sarà poi la tua landing page, ragiona sempre su questi elementi:

  • una proposta di valore;
  • i dettagli di ciò che offri (puoi usare anche una lista spuntata, molto efficace);
  • un elemento grafico in evidenza (un’immagine grande o un video, per esempio);
  • call to action;
  • testimonianze.

Concentrati sui benefici che l’utente avrà se compie l’azione che vuoi che compia: per esempio, se vogliamo che scarichi una guida, possiamo elencare ciò che troverà all’interno del pdf.

Valuta anche la possibilità, a seconda del tipo di contenuto che stai promuovendo, di utilizzare quello che è definito social proof, ossia inserire le recensioni e le testimonianze di persone che hanno già compiuto il passo che proponiamo oppure che semplicemente hanno potuto beneficiare dell’aiuto ricevuto grazie ad una donazione. Questo è un passaggio importante, che lavora sulle emozioni dell’utente, che può percepire di stare facendo qualcosa di concreto per aiutare la causa.

Da quali elementi è composta una landing page per una non profit

Una landing page è in genere composta da un design (elementi grafici, fotografie, disegni…), da un copy (testo) ed, eventualmente, a seconda della tipologia di landing page, da una parte di form compilabile con i propri dati. Infine non deve mai mancare la call to action, ossia una sorta di pulsante ben evidenziato nel corpo della mail che invita l’utente all’azione con frasi come “Firma ora” o “Dò il mio contributo” oppure “Prenota un appuntamento”. Se la persona clicca, allora vedrà una pagina di ringraziamento e riceverà contestualmente una mail di ringraziamento.

Copy

Il linguaggio scelto deve essere chiaro, la headline accattivante. È importante avere le idee chiare, lavorare sulla sintesi e sulla capacità del tuo testo di trasmettere in modo efficace sia la mission della tua onlus (puoi aiutarti anche con le immagini, che in certi casi comunicano più di mille parole) che l’intento della campagna. Il tono che scegli deve essere coerente con quello che utilizza la tua associazione: potrà essere caldo e coinvolgente oppure più pragmatico. L’importante è che sia uniforme con lo stile comunicativo adottato sui social o sul sito. Ovviamente va da sé che, più si conosce il proprio target più è possibile coinvolgere con un linguaggio dal forte impatto.

Design

Fino al 70% del traffico web arriva da mobile. Quindi la parola d’ordine per il landing page design è “grafica responsive al 100%” ossia prediligi un design anche semplice, a patto che si legga bene e si navighi bene da mobile. Meglio evitare menu e altri link diversi da quello della call to action.

Call to action

Non soffocare il pulsante con immagini e testi nei pressi. La call to action deve essere un richiamo che attira l’utente: meglio che sia above the fold, ossia visibile anche senza fare un primo scroll della pagina.

Form

Moduli lunghissimi da compilare con i propri dati spaventano l’utente. Mantieni le tue richieste al minimo (per esempio, l’indirizzo mail e il nome e il cognome).

Ricorda inoltre di inserire Google Analytics, che ti permetterà di avere un feedback preciso sul successo della campagna, di valutare il conversion rate e ogni singolo elemento della campagna, compreso fino a che punto gli utenti hanno scrollato la pagina, quante volte hanno guardato il video, ecc.

Software gestionali

Oggi esistono numerosi software che permettono una gestione completa e soprattutto semplificata delle landing page, dando la possibilità di scegliere per esempio tra layout già ottimizzati che dovrai solo declinare per riuscire a veicolare in maniera efficace i tuoi contenuti e i valori della tua associazione non profit. Ad esempio, GetResponse, Mailchimp, Wiz, Unbounce. Controlla ognuno di questi software per valutare i costi e le opportunità offerte.

Aldo Lubrani

Laureato con lode in Relazioni Internazionali presso Università degli studi Roma Tre, Master in Europrogettazione presso Europa Business School di Bologna. Google Digital Training Certificate. Lavoro da anni nel settore Digital, Fundraising e Non Profit. Su Rete del Dono ricopro il ruolo di Project Manager nell'ambito Comunicazione, Digital e Personal Fundraising. Appassionato di viaggi, natura, pittura.

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