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Alle porte dell’estate riprende il cicloturismo e con esso tornano le grandi sfide solidali sulle due ruote. Viaggi avventurosi che associano alla fatica del ciclista l’impegno di chi è rimasto a casa: sostenere lui o lei e la causa per cui ha deciso di raccogliere fondi. Dopo le storie di alcuni motociclisti, ecco le campagne dei nostri Personal Fundraiser in bicicletta.

 

 

Dai cammini alla bicicletta

C’è chi non è nuovo alle raccolte fondi solidali, ma è la prima volta che ne affronta una in bicicletta. Alessio (QUI il suo profilo Instagram), infatti, dopo oltre 13mila km a piedi in questi anni, si è fatto contagiare dall’entusiasmo di tanti cicloviaggiatori incontrati lungo la strada e ha deciso che la seconda edizione di Vivi ogni respiro sarebbe stata in sella a una due ruote. “Convivo con la fibrosi cistica, una malattia genetica rara e degenerativa, che colpisce principalmente i polmoni. Ecco perché l’anno scorso ho raccolto fondi per la Lega Italiana Fibrosi Cistica e quest’anno invece lo faccio per la Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica. Sono partito il 27 maggio da Sacile (PN), direzione Capo Nord, Norvegia. Spero che questa avventura ‘fibrociclistica’ possa sensibilizzare quante più persone, e sta già succedendo. Ho incontrato già tante persone che all’istante, con lo smartphone, hanno fatto una donazione”.

Da Brescia a Parigi per la ricerca

I mitici passi Stelvio, Gavia, Mortirolo, Bernina. Nel 2012 anche la Via Francigena dalla loro Brescia fino a Roma. Marco e Davide Morandini, gemelli di 27 anni, sono dei veri appassionati di ciclismo, cresciuti a pane e due ruote da papà Cesare e mamma Luisella. Quest’anno, però, dopo i tanti traguardi raggiunti, hanno voluto superarsi. Insieme al papà, infatti, hanno deciso di arrivare addirittura fino a Parigi. Oltre mille km per sostenere la ricerca sul cancro di AIRC con la loro campagna 1000 km per la ricerca. Basterà che le persone donino complessivamente 5 euro per ogni chilometro percorso per raggiungere l’obiettivo dei 5.000 euro previsti. Hanno raccontato la loro impresa sui loro profili Instagram (Marco, Davide, Cesare). Loro ci hanno messo gambe e fiato, a noi non resta che metterci il cuore.

 

In sella per la Pediatria di Padova

Ha fatto invece il viaggio a ritroso Daniele Matterazzo, trentenne padovano anch’egli non nuovo a imprese sportive. Nel 2021, infatti, percorse a piedi 1000 km in 30 giorni sulla Via Francigena per raccogliere fondi per la Fondazione Salus Pueri a favore dei bambini in cura presso la Pediatria di Padova. Obiettivo che si è posto anche quest’anno, salendo però in sella a una bicicletta. È partito dall’Hôpital Necker-Enfants malades di Parigi, primo Ospedale pediatrico al mondo nato nel 1778, per giungere dopo 1200 km all’Ospedale Pediatrico di Padova. Impresa ancor più epica se pensiamo che Daniele, a soli 15 anni, fu ricoverato proprio lì a causa di un incidente in scooter e ne uscì dopo 6 mesi e 14 interventi chirurgici riportando un’invalidità permanente al braccio sinistro. Con queste sfide vuole testimoniare che ogni difficoltà può essere affrontata. Daniele è stato uno di quei piccoli pazienti e sa in prima persona quanto una pediatria possa fare davvero molto per il futuro di un bambino.

 

Personal Fundraiser in bicicletta

 

In tandem per AIDO

Maurizio ha subito un trapianto di rene pochi mesi fa. La donatrice è stata Giovanna, sua moglie, che con questo gesto gli ha permesso di evitare la dialisi e di riprendere il loro cammino insieme, ancora più legati. Insieme si affrontano meglio le difficoltà e la coppia ha voluto raccontarlo con la sua campagna Due cuori un tandem. Su un unico mezzo a due ruote partiranno a settembre da Riccione per un percorso ad anello di 1.500 km della durata di 25 giorni, per dire al mondo che si può riprendere una vita normale e fare sport anche dopo un trapianto. Durante il viaggio, infatti, si fermeranno in alcune città dove insieme ad AIDO (Associazione Italiana Donatori Organi) incontreranno i sindaci e la stampa per sensibilizzare più persone possibili alla donazione di organi.

 

Un Ironman per ABIO

Un’impresa davvero estrema quella di Paolo, che sta percorrendo un totale di 6200 km in bicicletta. Il physique du role non gli manca, dato che in passato ha praticato triathlon e gareggiato in 6 competizioni su distanza Ironman. Con la sua sfida solidale In capo al mondo per ABIO è partito da Grosseto in direzione Capo Nord e successivamente verso le Isole Lofoten. Basta 1 euro a chilometro per sostenere ABIO Grosseto, che offre un sostegno ai piccoli ricoverati e alle loro famiglie. Al fine di ridurre il possibile trauma legato all’ospedalizzazione l’associazione interviene soprattutto attraverso il gioco, uno strumento importante perché riporta il bambino in un’area nota, familiare, facendolo sentire “a casa”. I fondi raccolti verranno destinati all’acquisto di materiale ludico per l’accoglienza dei piccoli ricoverati e allo svolgimento di tutte le attività che ABIO propone.

Aldo Lubrani

Laureato con lode in Relazioni Internazionali presso Università degli studi Roma Tre, Master in Europrogettazione presso Europa Business School di Bologna. Google Digital Training Certificate. Lavoro da anni nel settore Digital, Fundraising e Non Profit. Su Rete del Dono ricopro il ruolo di Project Manager nell'ambito Comunicazione, Digital e Personal Fundraising. Appassionato di viaggi, natura, pittura.

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