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Dal Colle del Gran San Bernardo a Roma per raccogliere fondi in favore di Banco Alimentare: è l’obiettivo di Fabio Coen, che ha trasformato il suo viaggio enogastronomico alla scoperta di produttori locali nella campagna solidale Lungo la Via.

Per unire lavoro e solidarietà

Trentun tappe attraverso 7 regioni, 1.000 chilometri a piedi per valorizzare le specialità regionali e le tradizioni locali: con questo intento Fabio aveva progettato il suo cammino lungo la Via Francigena, andando in visita a produttori enogastronomici, botteghe e ristoranti per raccontare territori e persone. “Un viaggio nato per passione, ma anche per conoscere nuovi produttori da far crescere tramite la mia agenzia di rappresentanza. Volevo però dare un senso in più a questa fatica”.

Perché un cammino

Ecco perché, innanzitutto, la scelta del cammino: “Camminare è una scelta ecologica alla portata di tutti: un turismo ‘slow’ come i prodotti che racconto sui miei social tappa dopo tappa. Solo viaggiando a piedi si possono apprezzare fino in fondo i paesaggi naturali che le aziende che incontro contribuiscono a preservare”. Con particolare attenzione al biologico: “Sto consegnando agli agricoltori gli alberi di Biorfarm, startup che permette alle persone di adottare un albero per ricevere in cambio della frutta bio”.

Perché Banco Alimentare

Un progetto di sostenibilità ambientale che però Fabio ha arricchito ulteriormente con un risvolto sociale: “Ispirato dal fatto che parte della frutta prodotta dagli alberi di Biorfarm viene donata ad alcune case famiglia dei vari territori, ho voluto dare anche il mio personale contributo. Su segnalazione di Rete del Dono ho scelto Banco Alimentare, una causa che rispecchia perfettamente il messaggio che voglio mandare con questo cammino: la necessità di un’alimentazione sana accessibile a tutti”.

Il QR code appeso allo zaino

Così, utilizzando la stessa formula della campagna Da Milano a Capo Nord, Fabio si è dato l’obiettivo di raccogliere 1.000 euro, uno per ogni chilometro percorso: “Ora che sono a poco più di metà, sto attivando i miei contatti personali e su Instagram, ma anche clienti e produttori. Lungo il percorso tutte le persone che incontro sono incuriosite dal QR code che ho appeso allo zaino e che rimanda alla pagina di donazione. La sfida più grande? Coinvolgere emotivamente le persone, non basta un ‘dona’ e una frase buttata lì. Le mie stories stanno iniziando a raccontare più a fondo la campagna”.

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Elisa Rosso

Laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso Università di Torino, lavora da sempre nel non profit e nel sociale con un significativa esperienza nel settore raccolta fondi di grandi e piccole ONP (Amnesty International e NutriAid). Nell’autunno 2016 approda in Rete del Dono, dove si occupa di dare assistenza e consulenza alle ONP e alle Fondazioni per la promozione dei loro progetti e l'ottimizzazione delle campagne di raccolta fondi.

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