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Si può scrivere un piano editoriale con l’ intelligenza artificiale? Sì, anche se è più corretto affermare che l’AI velocizza e migliora la stesura di un piano editoriale e l’organizzazione dei contenuti: vediamo come

Scrivere un piano editoriale sfruttando l’intelligenza artificiale è possibile. Gli strumenti di intelligenza artificiale dedicati alla produzione di contenuti permettono di risparmiare tempo e possono essere molto utili per chi lavora nel content marketing, anche nel settore del no profit. Soprattutto quando è necessario produrre più contenuti possibili, realizzare post social e articoli di blog o per un sito web con cadenza periodica, utilizzando le parole chiave più di tendenza. Se ti occupi di comunicazione per un’associazione o una ONG è facile che tu ti trovi in questa situazione, e che l’intelligenza artificiale possa sembrarti una rapida soluzione alla carenza di tempo e di idee.

Questo è in gran parte vero, ma i software basati sull intelligenza artificiale e sul machine learning devono essere utilizzati con criterio e con consapevolezza, adattandoli al contesto in cui ci si muove e agli obiettivi che si desidera raggiungere. Un utilizzo orientato in questo senso è proprio quello nella fase che precede la creazione dei contenuti. Infatti, per quanto raffinati, i software di AI producono testi base, non personalizzati, privi di uno stile specifico. Chi conosce invece a fondo un argomento, può fare la differenza proprio grazie all’unicità del suo tono di voce e delle sue conoscenze. E oggi, è proprio questo che tanto Google, quanto gli utenti, premiano.

Vediamo dunque come l’ intelligenza artificiale può aiutare nello scrivere un piano editoriale.

Scrivere un piano editoriale con l’intelligenza artificiale: è possibile?

Chiariamo subito che l’intelligenza artificiale non può costruire un piano editoriale nel suo complesso. Può invece aiutare a scrivere le diverse parti che lo compongono. Abbiamo fatto una prova chiedendo a Chat GPT di scrivere un piano editoriale per un’associazione di volontariato che si occupa di tutelare le tartarughe marine nell’Adriatico.

Il bot ha restituito un elenco puntato contenente spunti per la creazione di diversi contenuti, dalla presentazione dell’associazione al racconto delle esperienze dei volontari, dal focus sugli eventi alle collaborazioni e partnership. Non è una risposta inutile, oltre ad essere sicuramente pertinente, ma non è un piano editoriale. Per scrivere un piano editoriale sfruttando l’intelligenza artificiale bisogna raffinare le domande scomponendolo in diverse parti, cominciando dalla scelta degli argomenti.

Piano editoriale: la scelta degli argomenti con l’intelligenza artificiale

Il primo step nella redazione di un piano editoriale è la scelta degli argomenti. Questo passaggio può essere complesso e richiedere molto tempo ed energia, specialmente quando ci si trova a strutturare un piano editoriale denso di contenuti. Strumenti come Google Search, Google Trends, Google Analytics rappresentano già un’ottima base di partenza per individuare i temi più di tendenza del momento.

I software di intelligenza artificiale consentono di fare un passo in più, identificando ulteriori argomenti inerenti al tema principale, punti di vista diversi e domande pertinenti. L’intelligenza artificiale, quindi, arricchisce e amplia il ventaglio di temi tra i quali prendere spunto per creare un piano editoriale. Ovviamente, sta poi al responsabile marketing selezionare i migliori e “disporli” in modo sensato all’interno del calendario, oltre che calarli sui diversi media e canali utilizzati (social media, blog, sito web ecc).

Quello che in sostanza può fare l’AI per facilitare (e migliorare) la scrittura di un piano editoriale, è allargare e approfondire il range di contenuti, suggerendo anche quali sono i più ricercati dagli utenti. Quando si conosce bene un tema, infatti, non è sempre facile porsi nell’ottica di chi invece quel tema lo sta avvicinando per la prima volta. L’intelligenza artificiale può aiutare in questo “slittamento” di punto di vista.

La scaletta

Un buon piano editoriale prevede la suddivisione degli argomenti in sotto-argomenti, magari – come accennavamo in precedenza – da declinare sui diversi canali. Ad esempio, se l’argomento è l’intelligenza artificiale, può essere utile creare un articolo approfondito per il blog, un video per Youtube che offre degli esempi pratici, un post per Instagram con un’infografica che mostri dati sull’utilizzo dei software di AI nel corso del tempo, e così via. L’intelligenza artificiale può suggerire spunti inediti su sotto-argomenti dettagliati e sulla loro successione, sempre tenendo conto delle esigenze dei motori di ricerca (dunque in ottica SEO).

L’obiettivo finale è offrire ai propri utenti una trattazione esaustiva dell’argomento. Ad esempio, tornando al settore no profit, l’intelligenza artificiale può aiutare i content creator a muoversi in un tema articolato come la Riforma del Terzo Settore o le normative relative a deduzione e detrazione relativamente a donazioni e crowdfunding. Qualunque sia l’argomento, tools come Chat GPT ed equivalenti non creano da soli un piano editoriale, ma permettono di risparmiare tempo e di ottenere un migliore risultato.

Pensiamo ad una campagna di crowdfunding: il rischio è quello di perdersi in una molteplicità di messaggi o, al contrario, di non fornire un’informazione adeguatamente approfondita. Con l’intelligenza artificiale anche i personal fundraiser possono creare il proprio piano editoriale attingendo ad una molteplicità di spunti e organizzando in modo logico e accattivante i diversi contenuti.

L’organizzazione dei materiali per il piano editoriale con l’ intelligenza artificiale

Servendosi dell’intelligenza artificiale si può ampliare il numero di materiali e di fonti da utilizzare per costruire un piano editoriale e i suoi contenuti. I software di AI, infatti, sono ovviamente in grado di sondare e analizzare in pochissimo tempo un numero elevatissimo di contenuti, estraendo testi, video, audio pertinenti. In questo modo non si perde tempo a leggere e visionare moltissimi materiali dei quali alla fine si utilizzerà solo una piccola parte. In pratica, l’intelligenza artificiale può essere utilizzata per sbobinare testi, video e filmati, creare sintesi, riassumere testi lunghi e complessi in elenchi puntati.

Svolge, insomma, un lungo lavoro preliminare che poterebbe via tantissimo tempo, permettendo di concentrarsi solo sui contenuti più interessanti. Come sappiamo, l’AI si può utilizzare poi per stendere i contenuti stessi, dagli articoli per blog ai post per i social, passando per la creazione di immagini, audio e video. Volendo, ormai, qualunque materiale può essere prodotto sfruttando l’intelligenza artificiale, ma è particolarmente interessante il suo utilizzo nella fase precedente, come stiamo vedendo ora per l’elaborazione del piano editoriale.

Metadati

Un altro utilizzo molto interessante dell’intelligenza artificiale nella creazione di un piano editoriale riguarda i meta dati. I software di AI possono infatti suggerire, sulla base di un argomento o di un contenuto, i relativi meta dati: meta title, meta description, tag. Tutto ciò che serve per rendere più comprensibili i contenuti ai motori di ricerca e per facilitare la ricerca degli utenti di un contenuto sul web. Inoltre, i software AI possono creare tutti i messaggi per la condivisione di un contenuto, quindi ad esempio per messaggistica istantanea, newsletter, social media.

In conclusione, l’intelligenza artificiale è un’utile alleata quando si tratta di scrivere un piano editoriale e, più in generale, rappresenta un buon punto di partenza per chi si occupa di content marketing, anche nel settore no profit. Uno strumento in più a disposizione per creare contenuti sempre più efficaci e diffondere ad un pubblico sempre più ampio il proprio messaggio.

Quali strumenti usare?

Chat GPT, il più famoso dei software di scrittura di contenuti basati sull’intelligenza artificiale, è tornato da pochi giorni utilizzabile anche dall’Italia, dopo lo stop del Garante per la Privacy. Open AI, infatti, ha accettato di adeguarsi alla normativa europea in materia. In alternativa, comunque, ci sono molti altri software quasi equivalenti, o comunque molto simili, che si prestano anche alla stesura di un piano editoriale.

Citiamo, tra i tanti, contents.com, copy.ai, jasper, narrato, murf per video e audio, fotor per immagini. La maggior parte di questi tools prevede una prova gratuita seguita dall’attivazione di un abbonamento. L’utilizzo è estremamente intuitivo: in sostanza, si digita una domanda e il bot restituisce una risposte in pochissimo tempo.

Aldo Lubrani

Laureato con lode in Relazioni Internazionali presso Università degli studi Roma Tre, Master in Europrogettazione presso Europa Business School di Bologna. Google Digital Training Certificate. Lavoro da anni nel settore Digital, Fundraising e Non Profit. Su Rete del Dono ricopro il ruolo di Project Manager nell'ambito Comunicazione, Digital e Personal Fundraising. Appassionato di viaggi, natura, pittura.

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