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Il fenomeno del volontariato d impresa si sta diffondendo tra numerose aziende, che ne riconoscono i vantaggi in termini di reputazione e senso di appartenenza dei dipendenti

Il volontariato d impresa, o volontariato aziendale, è l’insieme delle attività di volontariato promosse da un’azienda con il coinvolgimento dei propri dipendenti. Il volontariato d’impresa non si svolge nel tempo libero, ma durante le giornate lavorative. I dipendenti, anziché svolgere i propri compiti quotidiani, si dedicano a progetti di volontariato durante l orario di lavoro. In Italia il fenomeno sta iniziando a diffondersi, ma presenta ancora molte potenzialità inespresse. Specialmente nel vasto mondo delle piccole e medie imprese, che ancora faticano a organizzarsi.  Vediamo quali sono gli elementi salienti del volontariato d’impresa e come realizzarlo.

Dove si svolge il volontariato di impresa

Gli ambiti nei quali il fenomeno del volontariato d impresa si può sviluppare e applicare sono molteplici. Possono essere iniziative di volontariato svolte presso la comunità locale. Ad esempio programmi educativi per persone con disabilità o raccolte fondi per associazioni non profit del territorio. O ancora la partecipazione di progetti di sostenibilità ambientale, l’organizzazione di eventi locali a scopo di beneficenza.

Ma anche il supporto a Organizzazioni non governative o enti del Terzo settore che operano nella cooperazione internazionale. Il panorama è vasto. L’elemento imprescindibile per realizzare programmi di volontariato d impresa efficaci è la partecipazione attiva e il pieno coinvolgimento dei dipendenti. Oltre ad una attiva collaborazione tra profit e nonprofit: appoggiarsi ad associazioni che già operano in questo ambito può sicuramente facilitare l’organizzazione di un programma di volontariato aziendale.

La partecipazione attiva dei dipendenti

Da una ricerca condotta da GfK Italia nel 2019 emerge che l’84% dei dipendenti valuta molto positivamente un’esperienza di questo genere e il 70% sarebbe disposto a prenderne parte più volte durante l’anno. Anche con un progetto continuativo al di fuori dell’orario di lavoro. Le ragioni risiedono prevalentemente in motivazioni di natura personale. I dipendenti non sottovalutano il miglioramento della reputazione aziendale, dello spirito di squadra e del senso di appartenenza.

Tuttavia, la maggiore soddisfazione deriva dalla capacità del volontariato d’impresa di rispondere a bisogni che restano normalmente insoddisfatti. Come la necessità di aprirsi al sociale e di impegnarsi per il bene comune, prendendosi cura dei bisogni concreti della comunità. Non a caso, tra le attività preferite dei dipendenti spiccano i lavori manuali, specialmente se volti a migliorare il territorio locale. Ecco perché nel progettare questo genere di iniziative il primo passo è la condivisione a tutti i livelli aziendali, in modo da scegliere l’attività che può risultare più interessante e soddisfacente.

Sfide e opportunità del volontariato di impresa

Affinché un progetto di volontariato d’impresa risulti efficace, è fondamentale che l’azienda sia consapevole dei benefici esterni e interni ai quali avrà accesso e che sia in grado di bilanciarli. È decisivo l’equilibrio tra approccio top down (con coinvolgimento diretto del management) e bottom-up, favorendo, come abbiamo anticipato, il ruolo attivo dei dipendenti anche nella fase di progettazione. Inoltre, come metodo operativo, è consigliabile privilegiare la co-progettazione e la collaborazione tra imprese e realtà del Terzo settore.

L’azienda che decide di attivarsi, d’altro canto, deve mettere in campo risorse umane e non solo e una strategia di comunicazione ben pianificata.  L’azienda mette a disposizione le proprie competenze per creare delle vere e proprie sinergie virtuose in grado di dare concretezza a progetti capaci di soddisfare tanto chi ne prende parte, quanto la comunità o la specifica realtà sulla quale ricadono i benefici.

Valeria Vitali

Dopo una laurea in Scienze Politiche presso Università degli studi di Pavia e un Master in Cooperazione e Sviluppo a Barcellona, ha iniziato il suo percorso professionale in Italia, occupandosi di comunicazione, per poi allargare i suoi orizzonti all’estero. È proprio qui che nasce l’idea di Rete del Dono, l’idea di diffondere in Italia una rivoluzione culturale che avvicini le persone al dono, inteso come gesto di impegno civile. L’innovazione digitale ha fatto la sua parte, facilitando e dando maggior concretezza a questo progetto costruito insieme ad Anna Siccardi.

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