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Il personal fundraising rappresenta il motore delle campagne di crowdfunding. Un contributo fondamentale da parte di un donatore che sceglie di attivarsi in prima persona con la propria raccolta fondi, coinvolgendo la sua rete di conoscenze per raggiungere un obiettivo

Il personal fundraising è una campagna di raccolta fondi attivata e portata avanti da una singola persona, o da un piccolo gruppo di persone, per promuovere un proprio progetto o per raccogliere fondi per una organizzazione non profit. Si tratta di un metodo molto efficace perché si basa sulla forte motivazione del personal fundraiser. E sulla sua capacità di attivare una rete di relazioni. Il personal fundraising può essere considerato il motore delle campagne di crowdfunding. Va oltre la semplice beneficenza, perché attiva una sfera progettuale e la voglia di lavorare insieme per un progetto dall’impatto positivo sulla società. Rappresenta quindi un’attività che merita di essere coltivata in quanto funzionale e benefica sia per chi la fa, sia per il riscontro che ha all’esterno.

Chi è il personal fundraiser

Il personal fundraiser è una persona che, attivandosi in prima persona, decide di aprire una raccolta fondi per un progetto di utilità sociale a sostegno di un’organizzazione non profit o ente del Terzo settore. Il personal fundraiser è una persona profondamente motivata. Un volontario che sceglie liberamente di dedicare il suo tempo ad una buona causa e che crede nel valore del dono. Non si limita, infatti, ad effettuare una donazione online, ma dona anche il suo tempo, le sue competenze e i suoi contatti. Perché lo fa? Prima di tutto, perché è guidato da un forte senso civico e dai valori di condivisione, fratellanza, sostegno, ma anche autorealizzazione. Infatti, impegnarsi per fare del bene fa stare bene! In questa attività c’è quindi sicuramente anche una componente di appagamento e di sano divertimento.

Crowdfunding e personal fundraising

Il personal fundraising è più importante di quanto si possa immaginare. In molti casi risulta fondamentale per raggiungere l’obiettivo prefissato da una campagna di crowdfunding. Per un’organizzazione è quindi molto importante fidelizzare i donatori e individuare i potenziali personal fundraiser. Può essere sicuramente utile offrire loro strumenti per muoversi più agilmente nel mondo del fundraising e sul web. Anche se l’aspetto più importante sul quale puntare è la loro abilità nel connettere le persone, per portare avanti un’attività di fundraising è sempre necessario saper pianificare e progettare in modo strategico.

Così, il fundraiser sarà in grado di coinvolgere la sua comunità di riferimento, online e offline, ampliando la platea di potenziali donatori. Infine, occorre anche occuparsi dell’attività di rendicontazione, in modo da mantenere attiva la relazione con i donatori. Si deve imparare a ragionare sul lungo periodo, più che puntare al raggiungimento di un obiettivo immediato. Il dialogo intrapreso con i donatori in occasione di una campagna di crowdfunding deve essere portato avanti e coltivato con grande cura perché rappresenta il bene più prezioso.

Come attivare una campagna

Il personal fundraiser si appoggia normalmente alle piattaforme di crowdfunding online, tramite le quali può scegliere se attivare una campagna dedicata ad un suo progetto autonomo oppure sostenere un progetto promosso da un’altra organizzazione. In questo secondo caso, il personal fundraiser crea una raccolta fondi online “mettendoci la faccia”. La condivide tramite i social network, ne parla con amici e conoscenti e si dedica ad una vera e propria attività di pubbliche relazioni. Poi devolve il ricavato all’organizzazione con la quale ha deciso di collaborare. Spesso il personal fundraiser sostiene anche più progetti contemporaneamente, essendo motivato non tanto a raggiungere uno specifico obiettivo, quanto a fare del bene e ad offrire il proprio contributo.

Chi può fare personal fundraising

La risposta è semplice: chiunque può fare personal fundraising online. Basta sapersi orientare minimamente nel mondo delle piattaforme di crowdfunding, che comunque forniscono sempre tutte le informazioni necessarie per attivarsi e dare il proprio contributo. La prima scelta, per chi voglia intraprendere questa strada, è se promuovere un progetto personale oppure sostenere una realtà già presente sulle piattaforme. Naturalmente una scelta non esclude l’altra. Dal punto di vista delle organizzazioni, è sicuramente più facile per le realtà attorno alle quali ruota un grande numero di volontari e una comunità attiva e radicata individuare dei potenziali personal fundraiser.

Tuttavia, anche le associazioni più piccole possono riuscirci, specialmente se hanno attivato un legame con il territorio. L’online è sempre molto utile, ma si può iniziare a lavorare ad un progetto condiviso anche incontrandosi di persona. Lo stesso fundraiser dovrà poi attivarsi su entrambi i fronti, anche parlando faccia a faccia con conoscenti e abitanti della sua città. Da non sottovalutare infine il ruolo che possono svolgere le aziende: spesso, tramite lo strumento del volontariato aziendale, i datori di lavoro si mostrano interessati a dedicare una parte del tempo dei propri dipendenti ad una buona causa.

Aldo Lubrani

Laureato con lode in Relazioni Internazionali presso Università degli studi Roma Tre, Master in Europrogettazione presso Europa Business School di Bologna. Google Digital Training Certificate. Lavoro da anni nel settore Digital, Fundraising e Non Profit. Su Rete del Dono ricopro il ruolo di Project Manager nell'ambito Comunicazione, Digital e Personal Fundraising. Appassionato di viaggi, natura, pittura.

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