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Con il volontariato aziendale, l’impresa mette a disposizione della comunità o di una causa benefica tempo e risorse, invitando i dipendenti a svolgere un’attività con un impatto positivo sulla collettività o sull’ambiente in orario lavorativo

Il volontariato aziendale o di impresa è il contributo, in tempo o risorse economiche, che un’impresa sceglie di devolvere ad una causa benefica o al miglioramento del benessere della propria comunità. Un’attività sempre più diffusa che, oltre ad avere un impatto positivo diretto per la collettività, porta tanti benefici anche all’azienda. Dedicarsi al volontariato rafforza infatti lo spirito di squadra tra i dipendenti e li fidelizza all’impresa. Al contempo, la reputazione dell’azienda migliora visibilmente.

In cosa consiste il volontariato aziendale

Il volontariato aziendale consiste nell’adozione, da parte di un’impresa, di un progetto di volontariato nel quale coinvolgere tutto il personale. Di solito, questo impegno si traduce in concreto in tre giornate lavorative all’anno dedicate ad una attività di volontariato. Si invitano i dipendenti a partecipare, durante l orario di lavoro, ad un’attività benefica, spesso sul proprio territorio. Naturalmente, i lavoratori percepiscono normalmente lo stipendio, come per una giornata di lavoro. Non si tratta di una trovata di marketing, ma di una scelta dall’impatto concreto. Secondo uno studio di fondazione Sodalitas,il valore economico annuo dei programmi di volontariato aziendale è, in media per ogni impresa, pari a 155 mila euro.

Esempi di volontariato aziendale

La maggior parte delle aziende sceglie di impegnarsi nel campo ambientale. Una scelta ragionevole, in quanto le aziende sono spesso nel mirino dell’attenzione pubblica per il loro contributo all’inquinamento globale. Un esempio classico consiste nell’organizzare una giornata di pulizia dei parchi o degli ambienti urbani, raccogliendo plastiche e rifiuti. Un altro settore per il quale le aziende italiane mostrano interesse è quello del sociale. Ad esempio, si può proporre ai propri dipendenti di  trascorrere una giornata in una casa famiglia o in un centro per anziani. O ancora per persone con disabilità, nella preparazione di pasti e nella raccolta di indumenti per i senzatetto e molto altro ancora. Le opportunità possono essere molteplici: per l’azienda è utile analizzarle e trovare quella più affine ai propri valori di riferimento.

Come nasce la proposta di un’iniziativa di volontariato d’impresa

Le imprese possono scegliere se promuovere autonomamente un proprio progetto di volontariato, in modo indipendente. Oppure appoggiarsi ad una delle numerose realtà attive sul territorio italiano. Questa seconda scelta è più frequente perché permette di contare sulle competenze e sull’organizzazione di associazioni già rodate e radicate. Inoltre, associare il nome dell’impresa a quello di un’associazione di volontariato ha un ritorno positivo per l’azienda. La proposta di un’iniziativa di volontariato può partire anche dai dipendenti. Magari, in azienda c’è già qualcuno attivo in un’attività benefica nel proprio tempo libero, che potrebbe farsene portavoce coinvolgendo dipendenti e dirigenti.

Come strutturare un’attività di volontariato aziendale

La realizzazione di programmi di volontariato aziendale non si improvvisa, ma passa attraverso una fase di pianificazione e programmazione accurata, prima di arrivare alla realizzazione vera e propria. Occorre prendere i contatti con le realtà che operano nel volontariato sul territorio, ed eventualmente richiedere permessi all’amministrazione locale se si intende occupare il suolo pubblico. Coinvolgere i dipendenti e comunicare loro sia il significato dell’iniziativa, sia i dettagli organizzativi. Inoltre, una volta portata a termine l’attività, è importante avviare una fase di valutazione, sempre con la partecipazione attiva dipendenti, in modo da capire quale impatto ha avuto l’iniziativa sul proprio personale, quali sono i punti di forza e quali le eventuali criticità da risolvere.

Crowdfunding per il terzo settore

Un’altra modalità attraverso la quale l’azienda mette a disposizione della comunità o dei più bisognosi le proprie risorse è quella del crowdfunding per il terzo settore. Una attività che rientra nella responsabilità sociale delle aziende e che vede un numero crescente di imprese coinvolte.  Tramite una piattaforma online di crowdfunding, l’azienda può visionare i progetti proposti da diversi enti e organizzazioni del terzo settore, scegliendo quello che più si avvicina ai propri valori. Sempre attraverso la piattaforma, l’impresa procedere ad effettuare una donazione. Si può scegliere se appoggiare un progetto con continuità, devolvendo una quota fissa al mese, oppure effettuare una donazione più sostanziosa una tantum. Alcune aziende affiancano alla propria donazione il cosiddetto payroll giving, invitando i dipendenti a devolvere mensilmente una piccola parte del proprio stipendio ad una causa benefica (ad esempio un’ora di lavoro al mese) con una detrazione automatica in busta paga.

 

Francesca Gervasoni

Laureata in Filosofia presso Università degli studi di Milano, ha un’esperienza di 15 anni nel mondo delle agenzie di comunicazione per il mondo profit. Nel 2012 cambia vita e approda su Rete del Dono, dove mette in pratica quello che ha imparato nella precedente vita professionale, per aiutare ONP e aziende ad attivare campagne di raccolta fondi non profit. In Rete del Dono, ricopre il ruolo di Head of Charity Program e si occupa dei rapporti con le aziende.

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