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La festa di un museo diventa una campagna di raccolta fondi, per rilanciarsi dopo i due anni di pandemia: Tra voci di carta è la prima festa del Piccolo museo del diario di Pieve Santo Stefano (AR), che vuole rimettere al centro le sue storie e invitare le persone a sostenere la cultura e la memoria.

I diari prendono vita

Due anni di chiusure e restrizioni hanno messo a dura prova il mondo della cultura dal vivo, che fossero spettacoli o visite nei musei. Per questo il Piccolo museo (gemmazione dell’Archivio diaristico nazionale fondato da Saverio Tutino nel 1984) ha ideato 6 appuntamenti per mettere in scena altrettante storie tra quelle di maggior impatto custodite da sempre al suo interno. “Se è vero che il Piccolo museo del diario è un aggregato di storie, durante una normale visita a queste testimonianze vengono dedicati pochi minuti” spiega l’attore e drammaturgo Mario Perrotta, testimonial del polo museale e protagonista della rassegna. “Abbiamo voluto così farle scoprire nella loro interezza attraverso delle suite in cui a musica e partiture si alterna una narrazione drammaturgica”.

Una mobilitazione dal basso

Per realizzare la festa, il museo vuole risvegliare la coscienza di tanti appassionati e chiedere il loro aiuto: “Abbiamo deciso di farlo con una campagna di Crowdfunding proprio perché, al di là del risultato economico, a noi interessa raggiungere più persone possibile e dimostrare che basta un piccolo apporto di tutti per realizzare un sogno”. Così come l’Archivio dei diari è simbolo di una Storia collettiva fatta dal basso, un pozzo inesauribile di memoria popolare dove gli ultimi due secoli vengono raccontati da 10mila diari di persone comuni. “Da questa campagna non mi aspetto solo un aumento dei sostenitori, ma con la crescita dei contatti anche un incremento di invii di diari destinati all’archivio”.

Storytelling al centro

Non sta però funzionando solo la sensibilizzazione: a pochi giorni dal lancio, la raccolta ha già superato i 2mila euro. “É la nostra prima campagna di Crowdfunding e ci sta facendo scoprire che alcune strategie che ci aspettavamo non stanno funzionando, e invece sono vincenti altre come i canali diretti, le relazioni e il passaparola. E che abbiamo un pubblico che non avevamo ancora raggiunto: grazie a Rete del Dono ora lo stiamo attivando”. È indispensabile sapersi raccontare in modo immediato e multimediale, mostrando sia gli step di avanzamento della raccolta ma anche la preparazione dei disegni da parte di Mario, reward per i donatori più generosi.

La sfida è incrementare la cultura del dono, e soprattutto la predisposizione degli italiani a donare per progetti culturali: “Non fa parte delle nostre abitudini, forse la cultura l’abbiamo sempre un po’ data per scontata. Abbiamo visto però quanto lo spettacolo e le storie, narrate in varie forme, sono state vitali per le persone nei momenti più duri della pandemia”.

Tra l’altro abbiamo appena aperto le iscrizioni per il  Premio Crowdfunding per la Cultura 2022, un percorso per sperimentare il crowdfunding e beneficiare di un percorso formativo ad hoc che accompagna le organizzazioni culturali alla stesura del piano operativo della campagna e al roll out della stessa. Partecipa anche tu!

Anna Archetti

Laureata in Lettere Moderne presso Università Cattolica di Milano, incontra il Non Profit fin dalla sua prima esperienza professionale presso un’agenzia specializzata in comunicazione, organizzazione di eventi e raccolta fondi per il settore, occupandosi principalmente di eventi sportivi solidali. Dal 2014 approda nel team di Rete del Dono come Project Manager di campagne di crowdfunding e personal fundraising per il settore culturale o collegate ad eventi.

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