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L’app di messaggistica istantanea si rivela un mezzo estremamente utile per portare avanti una raccolta fondi. L’importante è usarlo nel modo giusto. Ecco le strategie per sfruttare al meglio Whatsapp in un progetto di fundraising

Whatsapp è uno strumento molto efficace per il fundraising. Chiunque al giorno d’oggi scrive e riceve messaggi: l’icona verde è l’app più utilizzata nel nostro Paese. La strategia comunicativa di ogni personal fundraiser deve quindi necessariamente fare i conti con l’app di messaggistica, che permette di raggiungere persone, vicine e lontane, di ogni età. Se arrivare sui telefoni dei possibili donatori è facile, può non esserlo cogliere la loro attenzione, soprattutto considerando la grande quantità di messaggi e input a cui ognuno di noi è esposto durante la giornata. Ecco allora qualche consiglio utile per diffondere al meglio via Whatsapp la vostra campagna di raccolta fondi.

1. Whatsapp fundraising: testo breve e conciso

L’attenzione verso lo schermo di un telefono non è infinita: chi legge i vostri messaggi potrebbe concedervi appena qualche secondo prima di disinteressarsi della questione. Raccontate il vostro progetto in maniera breve ed efficace: bastano tre righe, se scritte con le parole giuste, per coinvolgere ed emozionare, indicando cosa state facendo, qual è la motivazione che vi spinge, come verranno investiti e fondi raccolti e come fare per donare.

2. Spontanei e immediati

Non servono tecniche specifiche per la scrittura su Whatsapp: del resto si tratta di un’applicazione nata per facilitare la comunicazione veloce. Per questo l’importante è essere spontanei, puntando sul rapporto umano fra voi e l’interlocutore. Niente frasi artificiose o preamboli troppo lunghi: andate dritti al punto e il vostro messaggio sarà apprezzato. Fondamentale è chiudere ogni messaggio con una call to action: chiedete ai vostri contatti di partecipare alle donazioni e segnalate loro il link giusto per farlo.

3. Su Whatsapp per il fundraising va bene anche il copia-e-incolla

Alcuni pensano che scrivere messaggi uguali ai propri contatti sia una scelta penalizzante. In realtà non è sempre necessario trovare una formula diversa per ognuno, ma piuttosto una ben studiata e valida per un gruppo di persone, che riesca a creare connessione con chi riceve. Attraverso una lista broadcast, per esempio, si può inoltrare lo stesso messaggio a più destinatari. Ma attenzione: ricordati sempre di fare qualche piccola modifica a seconda dei gusti o delle opinioni del destinatario.

4. L’immagine più delle parole

La diffusione dei Meme è inarrestabile: si tratta di immagini o GIF (video rapidissimi), corredati da un breve testo sull’immagine stessa. Questa forma di comunicazione immediata può fare al caso vostro: preparate dei Meme con una delle applicazioni apposite (come Meme Creator) e poi condividetela. Se la combinazione fra l’immagine e le parole farà sorridere, ridere o commuovere chi la guarda, allora sarà efficace.

5. Sfidate i donatori

Un gioco divertente che potrebbe stimolare le donazioni è costituito dalle “sfide” che il personal fundraiser lancia ai suoi contatti. Scegliete un traguardo e una scommessa: potreste ad esempio correre una maratona solidale con un costume buffo in caso di raggiungimento dell’obiettivo. Questo stratagemma aiuta a coinvolgere chi vi sta intorno e a mantenere alta l’attenzione.

6. Reazione a catena

Sono molto utili sono anche gli inviti “a far girare”: suggerite a chi legge il vostro appello di condividerlo con almeno tre persone. Senza nessuno sforzo ulteriore, moltiplicherete la vostra platea e renderete i vostri contatti in qualche modo partecipi della raccolta.

7. Tornare a bussare

Non tutte le persone da voi contattate aderiranno immediatamente. Non disperate: c’è chi ha bisogno di un po’ di tempo per pensarci ma poi, con il giusto input, si convince. Tornate a scrivere una volta a chi non ha risposto al messaggio iniziale. Evitate però di esagerare: si rischia l’effetto spam.

8. Aggiornamenti e ringraziamenti

Mandare un messaggio e poi sparire non è pratica consigliabile con i donatori. Oltre a ringraziarli per il loro contributo, non dimenticatevi di tenerli al corrente dell’andamento della raccolta, chiedete loro di fare passaparola anche offline o di darvi qualche consiglio. Saranno felici di sentirsi parte integrante di un progetto solidale e non solo dei finanziatori estranei.

9. L’importanza del tifo

A ridosso di un evento sportivo come la Milano Marathon, invitate a tifare per voi tutti i vostri contatti, che abbiano già donato o meno. Di solito in questi momenti aumentano considerevolmente emozione e coinvolgimento, due fattori fondamentali per una raccolta fondi di successo.

10. Whatsapp fundraising per le non profit

Anche le organizzazioni non profit devono saper gestire la comunicazione su Whatsapp per massimizzare i loro sforzi. Come prima cosa, bisogna nominare un referente unico che scriva ai fundraiser e mantenga il controllo sulla rete. È opportuno ricordare cosa cambia fra un gruppo Whatsapp e una lista broadcast: il primo è un canale aperto, dove tutti vedono tutti e possono intervenire, la seconda è più unidirezionale, visto che il creatore della lista scrive e gli altri possono solo leggere. Da questa differenza sostanziale derivano i differenti impieghi: il gruppo Whatsapp va bene per un nucleo di persone che si conoscono già fra loro, per i gruppi più eterogenei meglio puntare su una lista broadcast.  
Aldo Lubrani

Laureato con lode in Relazioni Internazionali presso Università degli studi Roma Tre, Master in Europrogettazione presso Europa Business School di Bologna. Google Digital Training Certificate. Lavoro da anni nel settore Digital, Fundraising e Non Profit. Su Rete del Dono ricopro il ruolo di Project Manager nell'ambito Comunicazione, Digital e Personal Fundraising. Appassionato di viaggi, natura, pittura.

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