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Il crowdfunding rappresenta un’ottima opportunità per squadre e associazioni legate al mondo dello sport perché permette di raccogliere fondi rafforzando il legame con i propri sostenitori

Il crowdfunding per lo sport è una raccolta fondi dal basso, realizzata con il coinvolgimento di tante persone, per portare avanti o migliorare un’attività sportiva. Allo stesso tempo, lo sport può rappresentare l’occasione per finanziare progetti benefici. Pensiamo alle maratone, che sempre più di frequente devolvono i proventi alla ricerca o al sostegno di altre attività di solidarietà. Ma non solo: sono sempre di più le associazioni di promozione sportiva e le società che organizzano raccolte fondi per finanziare le proprie attività. Vediamo quindi qualche idea per crowdfunding nel mondo dello sport.

Come organizzare un crowdfunding per lo sport

Lo sport è un settore nel quale i valori della solidarietà, della partecipazione attiva e della fratellanza sono fondamentali. Per questo, le iniziative legate alla promozione dello sport, capace in tanti casi di incentivare la socialità dei ragazzi anche in situazioni difficili, sono l’oggetto ideale di una campagna di crowdfunding. Sfruttando una piattaforma online per la raccolta fondi, si può presentare il proprio progetto e chiedere il contributo delle persone e delle aziende. Magari, offrendo in cambio un oggetto simbolico legato alla propria attività o un’occasione di partecipazione. Ad esempio ad una partita di una squadra locale. In questo modo, si rafforza il legame con tifosi e sostenitori.

A cosa può servire

Sport e solidarietà procedono di pari passo in una duplice direzione. Da una parte, grazie allo sport si possono raccogliere fondi per beneficenza, proprio come spesso accade con le maratone. Dall’altra, una raccolta fondi dal basso come il crowdfunding può servire a finanziare progetti sportivi o a cavallo tra lo sport e il sociale. Ad esempio, esistono molte squadre che permettono a persone disabili di giocare. Così come associazioni che promuovono l’educazione in contesti socialmente difficili, in Italia e all’estero, proprio grazie allo sport. Ma non solo. Nulla vieta che l’obiettivo sia l’attività sportiva in sé. In questo caso, il crowdfunding può permettere a squadre e associazioni di organizzare eventi e tornei, rinnovare e migliorare gli impianti sportivi, acquistare nuove attrezzature o mezzi di trasporto e molto altro.

Charity Program

Una delle modalità più diffuse per fare crowdfunding sportivo è quella di legare una o più raccolte fondi a un evento. Si tratta di un modo per dare una motivazione in più a partecipare ai tanti appassionati. Per esempio, la Milano Marathon organizza ogni anno un Charity Program con cui coinvolge molte organizzazioni non profit. I runner possono sostenere una non profit e aprire una raccolta fondi per essa. Nel 2019, la cifra raggiunta ha superato 1 milione di euro. Ma lo stesso si può fare per singole gare, come la Granfondo Strade Bianche, storica occasione per gli appassionati di ciclismo, che permette agli amanti dei pedali di correre, ma anche di donare per la campagna antipolio del Rotary Club Internazionale.

Esempi di crowdfunding per lo sport

Sarebbe sbagliato pensare che il crowdfunding sia utilizzato solo dai “piccoli”. Ci sono tante realtà sportive importanti che hanno realizzato campagne di successo. Dopo aver ottenuto la prima partecipazione alle Olimpiadi di Rio nel 2016, la nazionale irlandese di hockey sul prato ha organizzato una campagna di crowfunding grazie alla quale ha raccolto 225mila euro: un contributo fondamentale per affrontare la trasferta. La società di pallacanestro Virtus Roma ha invece puntato sull’equity crowdfunding, mettendo a disposizione di privati e aziende le proprie quote sociali. L’obiettivo era sostenere le attività della società, inclusa la realizzazione di progetti legati alla sostenibilità e all’impegno nel sociale.

Francesca Gervasoni

Laureata in Filosofia presso Università degli studi di Milano, ha un’esperienza di 15 anni nel mondo delle agenzie di comunicazione per il mondo profit. Nel 2012 cambia vita e approda su Rete del Dono, dove mette in pratica quello che ha imparato nella precedente vita professionale, per aiutare ONP e aziende ad attivare campagne di raccolta fondi non profit. In Rete del Dono, ricopre il ruolo di Head of Charity Program e si occupa dei rapporti con le aziende.

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