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Le relazioni tra imprese, enti pubblici e associazioni del Terzo Settore sono sempre più ispirate al principio di collaborazione. E spesso si va oltre, costruendo dei veri e propri percorsi di co-progettazione in cui i soggetti coinvolti si riconoscono vicendevolmente come partner e non nei “vecchi” ruoli di committente e fornitore. Il 4 ottobre 2022, alla decima edizione del Salone della CSR e dell’innovazione sociale, abbiamo analizzato questa tendenza a partire da alcuni dei case study più interessanti nel nostro Paese.

La co-progettazione per un nuovo ruolo delle fondazioni

Il passaggio dalla logica dell’erogazione a quella della partecipazione implica che progettualità, operatività e responsabilità siano condivise. “Noi abbiamo abbandonato il paradigma del welfare riparativo in favore del welfare generativo” spiega Carola Carazzone, Segretario Generale Assifero. Nata nel 2003 come Associazione Italiana Fondazioni ed Enti di Erogazione, nel 2016 è diventata Associazione Italiana Fondazioni ed Enti Filantropici proprio per superare la logica del bando. “Non siamo più dei ‘bancomat’ donatori una tantum, ma promuoviamo una filantropia strategica con missioni e orizzonti d’impatto ben definiti. Per perseguire una sostenibilità di lungo periodo, l’erogazione di fondi non è il fine ma solo uno degli strumenti. Ora le fondazioni sono catalizzatori di capitale finanziario e redistribuiscono le risorse di ogni forma: competenze, costruzione di reti e sinergie tra organizzazioni, sviluppo di leadership partecipata”.

Costa Crociere per le spiagge italiane

Lavorare in partnership per realizzare progetti e servizi soddisfacendo i bisogni delle comunità. Questo l’obiettivo anche di Costa Crociere, che ha coinvolto l’Osservatorio Ligure Pesca e Ambiente (OLPA), ENEA, Guardia Costiera e alcuni enti educativi nel progetto I Guardiani della Costa per sensibilizzare gli studenti di elementari, medie e superiori sulla salvaguardia del pianeta. “Vogliamo lavorare con i territori per avere un impatto sui luoghi costieri che tocchiamo con le nostre tratte” dice Elena Pastorino, Project Manager di Fondazione Costa Crociere. “Nata nel 2017, questa iniziativa di Citizen Science propone materiali didattici per una formazione in classe e poi l’attività di monitoraggio di un tratto di litorale per raccogliere dati scientifici che possano fotografare lo stato di salute dell’ambiente. In 4 edizioni, abbiamo già raggiunto 1.445 scuole e 31.514 studenti, adottando 2.600 km di costa e raccogliendo 125mila dati”.

Acque Bresciane, basta sponsorizzazioni

Anche le aziende pubbliche possono inserirsi in queste dinamiche. Un esempio è Acque Bresciane, gestore del Servizio idrico integrato della Provincia di Brescia. “Siamo usciti dalla logica della sponsorizzazione per cominciare a progettare eventi insieme agli attori del territorio” racconta Francesco Esposto, Responsabile Sostenibilità e Innovazione. “Al Gimondi Bike, sul Lago d’Iseo, abbiamo installato 3 fontanelle mobili per eliminare oltre 8.000 bottigliette di plastica. Alla Sagra del Contadino abbiamo sviluppato un evento sulla siccità, approfondendo la possibilità di riutilizzare le acque legate agli usi agricoli”. Interventi che implicano sforzi organizzativi superiori rispetto a una sponsorizzazione, ma che rispondono al piano di sostenibilità la cui condivisione interna all’azienda (e non solo dalla dirigenza) è fondamentale per far sentire le proprie persone consapevoli ambassador della propria mission. “Per la prima Giornata Provinciale dell’Acqua abbiamo selezionato le idee migliori mettendo attorno a un tavolo oltre 20 stakeholder tra insegnanti, cooperative, associazioni, sindaci, assistenti sociali, ingegneri e agronomi. 

Sofidel for Talent per la cura delle foreste

L’attenzione all’impatto ambientale per un’azienda è fondamentale, soprattutto se come Sofidel produce carta per uso igienico e domestico. Ecco perché la partnership da 15 anni con WWF, che l’ha accompagnata verso lo sviluppo di una cultura della sostenibilità. “Entro il 2030 ridurremo le emissioni di oltre il 40% e l’uso di plastica del 50%” annuncia Elena Faccio, Creative, Communication & CSR Director. “Per la salvaguardia delle foreste abbiamo costruito Sofidel for Talent, coinvolgendo anche la Rete delle Università Sostenibili e molti docenti delle materie ambientali. Tra centinaia di candidature abbiamo selezionato 15 studenti che hanno seguito un Workshop di 3 giorni su conservazione e gestione forestale e poi, presso l’Oasi di Monticiano e la Riserva naturale Alto Merse hanno vissuto esperienze di immersione nella natura per imparare le tecniche più innovative di monitoraggio della biodiversità”.

Everel Group per la rigenerazione del territorio

A fare da facilitatore delle interconnessioni sociali di un territorio può essere anche un’azienda. Everel Group, che si occupa di componentistica elettronica, ha stretto una partnership con Fondazione Historie Onlus, una realtà sociale con sede a Villafranca di Verona che si occupa di persone con fragilità. “Con loro abbiamo avviato due progetti” spiega Thomaz Zobele, CSR Manager. “L’orto aziendale in un terreno inutilizzato di nostra proprietà, che ha coinvolto sia ospiti della Onlus sia nostri dipendenti; e il volontariato aziendale, che ha visto impegnate oltre 60 nostre persone per circa 420 ore di impegno”.

Verso la Valutazione d’Impatto

Il passaggio alla co-progettazione rende la Relazione d’Impatto ancora più importante per descrivere la complessità delle azioni di CSR. “Superare la mera rendicontazione rappresenta un cambiamento epocale sia di processo che di risultato” dice Carola Carazzone. “L’organizzazione beneficiaria e l’ente filantropico devono usare questo strumento come un processo permanente e un accompagnamento costante per un continuo apprendimento e non come una mera misurazione quantitativa ex post”. Il rischio, poi, è di scegliere “gli indicatori che fanno più comodo per comunicare positivamente noi stessi” aggiunge Francesco Esposto. “Acque Bresciane, prima società utility a diventare Società Benefit, non lavora solo per ridurre le perdite sulla rete e aumentare l’efficienza del servizio, ma misura anche il proprio impatto sociale ed ambientale”. 

I vantaggi della co-progettazione

Lavorare insieme tra imprese, enti pubblici, enti filantropici e mondo del Terzo Settore rappresenta un cambiamento culturale fondamentale che ha almeno 3 vantaggi. La co-progettazione:

  1. Stimola gli stakeholder a pensare in un’ottica di valutazione d’impatto, prendendo sempre più seriamente questa modalità di analisi dei risultati. Costringe a chiedersi che cambiamento si vuole generare e si vuole coinvolgere.
  2. Rende più consapevoli dei progetti che vengono generati e aumenta la capacità di raccontarli e raccontarsi.
  3. Crea una responsabilità condivisa grazie al percorso costruito insieme agli altri.
Valeria Vitali

Dopo una laurea in Scienze Politiche presso Università degli studi di Pavia e un Master in Cooperazione e Sviluppo a Barcellona, ha iniziato il suo percorso professionale in Italia, occupandosi di comunicazione, per poi allargare i suoi orizzonti all’estero. È proprio qui che nasce l’idea di Rete del Dono, l’idea di diffondere in Italia una rivoluzione culturale che avvicini le persone al dono, inteso come gesto di impegno civile. L’innovazione digitale ha fatto la sua parte, facilitando e dando maggior concretezza a questo progetto costruito insieme ad Anna Siccardi.

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