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Le fondazioni rappresentano un soggetto importante del Terzo settore; attive specialmente in ambito culturale, della ricerca scientifica e del sociale, basano la loro attività sul patrimonio che le costituisce

Nell’ambito del sociale, della cultura, degli eventi, dello sport, si sente spesso parlare di fondazioni. Bancarie, liriche o di altra origine. L’idea, in ogni caso, è quella che questi enti, dotati di un importante patrimonio, possano contribuire al benessere della società. In effetti, è sostanzialmente questo lo scopo delle fondazioni, realtà che contribuiscono in modo rilevante alla vita delle comunità sul territorio locale e nazionale. Vediamo di capire meglio in che cosa consistono e come funzionano.

Cosa si intende per fondazioni?

Le fondazioni sono enti dotati di personalità giuridica di diritto privato. Sono regolate dal Codice Civile (artt. 14 – 42 bis) e si basano su un patrimonio che deve essere utilizzato per uno scopo di utilità sociale. È tuttavia questo – la presenza di un patrimonio – l’aspetto centrale che le distingue da altri soggetti che operano nel sociale. Inoltre, le fondazioni hanno una personalità disgiunta da quella dei fondatori e di chi le amministra. In caso di debiti, i creditori posso rivalersi soltanto sul patrimonio.

In base al Codice del Terzo settore, le fondazioni sono enti “costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale”, tramite una o più attività “d’interesse generale” realizzata in modo volontario o sotto forma di “erogazione gratuita di denaro beni o servizi”, o ancora “di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi”.

Caratteristiche

Le fondazioni possono:

  • dotarsi di personale
  • avere dei volontari
  • pagare i membri dell’organo direttivo
  • essere enti del  Terzo settore, rispettandone i requisiti (iscritte nella categoria “altri enti del terzo settore” del RUNTS)
  • avere entrate commerciali.

A livello di gestione interna, sono rette da un consiglio di amministrazione, il cui presidente è di solito il rappresentante legale, e da eventuali altri organi, come l’assemblea. I ruoli e le funzioni vengono attribuiti dallo statuto. È necessario che questi enti abbiano anche un organo di controllo contabile.

Quanti tipi di fondazioni ci sono?

Ci possono essere diversi tipi di fondazione. Una fondazione può essere

  • operativa,  quando gestisce progetti o servizi in prima persona, ad esempio occupandosi di beni pubblici come monumenti, parchi, biblioteche;
  • d’erogazione o grant-making quando fornisce risorse, di tipo materiale o immateriale, a terzi.

Ci sono anche fondazioni che fanno entrambe le cose.

Inoltre, il Codice Civile prevede alcune tipologie specifiche:

  • fondazioni di famiglia o d’impresa, create per portare avanti la volontà del fondatore, le sue idee e i suoi valori;
  • fondazioni di comunità, formate da più soggetti, con lo scopo di raccogliere fondi e investirli nel miglioramento di uno specifico territorio, talvolta collaborando con altri enti del  Terzo settore o con enti pubblici;
  • fondazione di partecipazione, più simile alle associazioni, in quanto dotata di un’assemblea di soci e della possibilità di accogliere nuovi membri.

Infine, esistono tre tipologie speciali:

  • le fondazioni di origine bancaria,
  • le fondazioni lirico-sinfoniche
  • fondazioni universitarie.

Chi può aprire una fondazione?

Tutti possono costituire una fondazione: l’atto può essere sottoscritto da persone fisiche, persone giuridiche, associazioni ed enti pubblici. Per le imprese, aprire una fondazione è uno dei modi per fare filantropia (e per ottenere, di conseguenza, un ottimo ritorno di immagine). Esistono infatti diverse fondazioni legate ad aziende come Barilla, Prada, Enel, Trussardi.

Come si costituisce una fondazione?

L’atto costitutivo delle fondazioni è un atto pubblico. La costituzione può anche avvenire per disposizione testamentaria. Una volta costituite, le fondazioni rientrano nel Registro delle Persone Giuridiche Private.

L’atto costitutivo, di qualunque origine sia, prevede due elementi:

  • il negozio di fondazione, tramite il quale il fondatore esprime la volontà di istituire l’ente;
  • l’atto di dotazione, attraverso il quale il fondatore dota l’ente del patrimonio necessario.

Insieme all’atto costitutivo viene poi redatto lo statuto che, come abbiamo visto, prevede anche la nomina degli organi di governo. Inoltre, lo statuto contiene il nome della fondazione, il suo scopo, il patrimonio di cui è dotata, l’indicazione della sede, la modalità di erogazione della rendita. Si possono anche includere regole sull’eventuale estinzione della fondazione.

Cosa cambia da associazione a fondazione?

Le associazioni si fondano sull’attività dei soci e sull’elezione democratica degli organi che le compongono. Le fondazioni, invece, non prevedono soci. Inoltre, gli organi che le governano sono designati da statuto, non eletti. Infine, mentre lo scopo delle associazioni resta invariato, le fondazioni possono modificare la destinazione del patrimonio.

Quante sono le fondazioni in Italia?

Il Cantiere del Terzo settore calcola, riprendendo i dati dell’ultimo censimento Istat sul non profit (2020) più di 8.200mila fondazioni attive in Italia, con oltre 105mila dipendenti retribuiti. È difficile individuare le principali, all’interno di un numero così elevato. Tuttavia, ne elenchiamo alcune a titolo di esempio:

  • Cariplo, fondazione bancaria che sostiene progetti nei settori sociale, culturale e scientifico;
  • Telethon, fondazione che si occupa di ricerca scientifica per le malattie genetiche rare;
  • Banco di Napoli, si dedica a progetti sociali e culturali, oltre a sostenere l’arte e il patrimonio culturale del Sud Italia.
  • Agnelli, concentrata sulla cultura, la formazione e la promozione del patrimonio culturale italiano.
  • Pirelli, attiva nello sviluppo sociale, nella sostenibilità e nella cultura;
  • Veronesi, un punto di riferimento per la promozione della ricerca medica e la prevenzione delle malattie.
Elisa Rosso

Laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso Università di Torino, lavora da sempre nel non profit e nel sociale con un significativa esperienza nel settore raccolta fondi di grandi e piccole ONP (Amnesty International e NutriAid). Nell’autunno 2016 approda in Rete del Dono, dove si occupa di dare assistenza e consulenza alle ONP e alle Fondazioni per la promozione dei loro progetti e l'ottimizzazione delle campagne di raccolta fondi.

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