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Territorio e comunità: la cultura riparte dalla prossimità

 

La pandemia ha rappresentato un momento di grande cambiamento anche per la cultura. Finalmente ha riacquisito la sua identità: non più semplice occasione di intrattenimento per il tempo libero, ma anche forte strumento di coesione sociale, territoriale e di coinvolgimento della comunità.

A confermarlo sono stati gli esperti che hanno preso parte al convegno del 29 marzo 2023 “Cultura e prossimità – Quali sinergia per un attivo coinvolgimento del territorio, dalla progettazione alla raccolta fondi”, evento conclusivo del Premio Crowdfunding per la Cultura, un’iniziativa realizzata per valorizzare e sostenere tutti i progetti dove l’arte e la cultura rivestono il ruolo di importanti attivatori sociali, territoriali e di welfare culturale.

Introducendo il tema del convegno il professor Pierluigi Sacco, co-founder Cultural Welfare Center di Torino e supervisor del comitato scientifico del CCWLAB, ne sottolinea l’estrema attualità in un momento nel quale le progettualità e gli interventi culturali stanno diventando sempre più centrali all’interno delle politiche, non più solo culturali.

Per un lungo periodo è stato assegnato alla cultura un ruolo riduttivo, relegato in genere al tempo libero o all’intrattenimento mentre oggi ci si rende veramente conto che nell’architettura della società civile la partecipazione culturale può aiutare le persone a sviluppare nuove competenze e modificare atteggiamenti e comportamenti, con la conseguenza di avere un impatto straordinario sulla capacità delle comunità di portare avanti percorsi di sviluppo molto innovativi e ambiziosi.”

In questa nuova prospettiva l’introduzione dell’idea di welfare culturale (nata in Italia) rappresenta una vera e propria svolta nel modo di ragionare sulla qualità sociale, perché oggi a tutti gli effetti è possibile riconoscere la cultura come un elemento fondamentale”, ci ricorda Sacco. Essa contribuisce a quegli stessi obiettivi tipici degli ambiti di welfare più tradizionali – salute mentale e fisica, inclusione sociale e sostegno ai soggetti fragili – con modalità inedite ma estremamente efficaci.

Un cambio di prospettiva grazie alla valutazione d’impatto

La cultura ha bisogno di integrare la valutazione di impatto nelle proprie pratiche, valutare il proprio operato significa prendere consapevolezza sull’impatto generato” – ricorda Alessandra Gariboldi, Presidente di Fondazione Fitzcarraldo. Valutare gli impatti significa mettersi al tavolo con le persone per le quali si vuole generare un qualche tipo di cambiamento positivo, le comunità, i finanziatori, i partners e gli stakeholder a tutti i livelli e con loro definire che cos’è importante e come perseguirlo. Questo è un processo di per sé profondamente relazionale che si traduce nel messaggio “tu ed io insieme possiamo dare forma a quello che vogliamo far accadere su un territorio, per una comunità“. Un atto di trasparenza da parte dell’organizzazione che così riesce a coinvolge e ad attivare.

L’importanza della prossimità ibrida: digitale, fisica ed emotiva

Oggi i donatori tendono a donare in maniera diretta alle organizzazioni, senza intermediazione, perché avvertono l’urgenza di contribuire alla realizzazione di un progetto o di intervenire su un problema – ricorda Martina Bacigalupi, direttrice della di Fondazione De Gasperi. “I luoghi di cultura sono luoghi di prossimità e le realtà culturali sono sempre più protagoniste del territorio. Con questo territorio e con le comunità possono avere un dialogo ancora più forte anche grazie al digitale, che è uno spazio di inter-connessione, di “prossimità ibrida digitale, fisica e emotiva. Un aspetto agevola l’altro e si autoalimenta la relazione e il legame. Guardiamo a Rete del Dono e alle piattaforma come a una splendida opportunità di allargamento della base relazionale”.

Cultura per ridisegnare il concetto di benessere della comunità

Il dono deve andare oltre all’idea novecentesca di carità. Il welfare culturale, di fatto, ridisegna il concetto di benessere della nostra realtà – conferma Emmanuele Curti, cofondatore e componente del direttivo de Lo Stato dei Luoghi. “Serve quindi un fundraising trasformativo che unisca pubblico e privato per stimolare il cambiamento”.

Il crowdfunding può fare tanto in questa ottica, come conferma Andrea Benassi, Head of Public Affairs, Communication and ESG Projects & Sustainability di Istituto per il Credito Sportivo. “e l’elemento di trasparenza modifica radicalmente il concetto di donazione e di sostegno. Per noi, come istituto bancario l’attenzione alla sostenibilità è fondamentale e il concetto di trasparenza sarà sempre più importante

Oltre 500.000 euro raccolti e 4.000 donatori per la cultura

I numeri di 6 anni di Premio Crowdfunding per la Cultura dimostrano un successo in crescita e una presa di coscienza sempre maggiore. Le raccolte complessive hanno superato i 526mila euro, con raccolte medie sopra i 7.000 euro e 4385 donatori. “Quest’anno in particolare – ricorda Marianna Martinoni, Consulente e formatrice, fondatrice di TerzoFilole prime quattro organizzazioni hanno superato i 13.000 euro raccolti e le prime due oltre 20.000 euro, in gran parte da piccoli donatori, segno di un legame con le comunità fortissimo, un legame a doppio filo”.

Osservando l’andamento del Premio ci siamo accorti che le organizzazioni culturali con una forte valenza territoriale e comunitaria sono quelle che hanno avuto più seguito e che hanno saputo coinvolgere maggiormente la propria comunità nella raccolta fondi” puntualizza Valeria Vitali, Presidente di Rete del Dono. “Il legame territoriale facilità il coinvolgimento e l’attivazione delle comunità dalla fase di progettazione a quella di raccolta fondi.”

Emerge anche forte e chiaro che portare a termine con successo una campagna di crowdfunding è anche segno di validazione della progettualità proposta. Per l’organizzazione questa è una grande opportunità per andare oltre la raccolta fondi, e sfruttare questo momento per consolidare, aggregare e far crescere la propria community di sostenitori.

“I percorsi di formazione che proposti alle organizzazioni candidate al Premio hanno permesso di potenziare le competenze comunicative e digitali delle organizzazioni, così da consentire loro di promuovere una campagna in modo più consapevole, sempre affiancati da un affiancamento costante e una consulenza personalizzata.” specifica Anna Archetti, project manager di Rete del Dono.

Il primo progetto classificato in questa sesta edizione del Premio Crowdfunding per la Cultura è quello della Scuola Orchestra Senza Spine. A consegnare il premio e congratularsi con loro Tiziana dell’Orto, Segretario Generale di Ey Foundation, relatà da sempre vicina alla musica e al mondo delle Orchestre.

Un progetto pensato per continuare a garantire l’insegnamento della musica in modo accessibile a tutti in un’ottica di inclusione sociale.

Volevamo superare il pregiudizio elitario legato alla fruizione o all’apprendimento della musica classica, soprattutto le fasce più giovani, i tanti bambini e ragazzi che ne sarebbero rimasti esclusi a causa delle difficoltà economiche o socio-culturali” – ha ricordato il vicepresidente Matteo Parmeggiani. A questo primo obiettivo si è poi aggiunto il laboratorio sull’identità di genere, nato proprio per rispondere ad una esigenza emersa da parte dei ragazzi e delle ragazze dei corsi. IL risultato è stato un progetto che rappresenta la sintesi perfetta di cultura, di crescita personale e benessere.

Secondo classificato il progetto della Fondazione Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo, che ha realizzato un percorso di “restituzione al territorio”, come lo ha definitivo il presidente di APM Saluzzo, Cristiano Cometto. “Avere una orchestra giovanile a Saluzzo ha una ricaduta economica e sociale per la nostra città. Abbiamo raddoppiato l’obiettivo iniziale con 170 donatori e ci ha permesso di creare legami che potranno proseguire, anche con aziende. Superato il primo “pudore del chiedere”, abbiamo capito che stavamo lavorando nella giusta direzione. Ci hanno accolto anche gli esercenti, coi nostri banchetti, ma soprattutto è stato importante il sostegno delle famiglie, che abbiamo coinvolto proponendo loro un contest che le ha portate a diventare personal fundraiser e quindi protagoniste”.

La Scuola APM Saluzzo è stata premiata da Giorgia Perra, coordinatrice didattica di The Fundraising School che ha illustrato il corso “Fundraising e Cultura”, ulteriormente rinnovato e arricchito di contenuti formativi.

Sul terzo gradino del podio l’Associazione Una Montagna di Cultura, che ha ricevuto anche il riconoscimento quale progetto Innovativo. “Siamo partiti tardissimo, ma abbiamo fatto un incredibile rush finale. Vorrei ringraziare i tanti volontari – ha subito precisato Francesco Chiamulera, fondatore e presidente – che si sono impegnati tanto in un territorio privilegiato come Cortina, questi ragazzi avrebbero potuto dedicare il loro tempo ad altre attività, invece si sono sentiti coinvolti in un progetto culturale con una forte identità locale. Ed è stato bello vedere l’affetto del pubblico, e di tanti turisti presenti al Festival, non solo interessati allo sport e al divertimento, ma anche alla nostra proposta culturale

A premiarli Maria Teresa Minotti, direttrice PayPal Italia. “Sono felice di premiare un progetto così innovativo, che ha saputo lavorare tanto sia sull’innovazione digitale per potenziare le dirette streaming e allargare la propria audience sia sul coinvolgimento attivo della comunità”.

Infine, l’evento si è concluso con la premiazione dell’Accademia di Medicina di Torino, associazione culturale fondata nel 1847 e che ha promosso una campagna di crowdfunding per il restauro dell’affresco di Guidobono presente nella sua sede. “Oggi, grazie al crowdfunding e ad altre iniziative di raccolta fondi riusciremo a ridare nuova vita a questo meraviglioso affresco e a dedicare il restauro di questa opera a tutti i medici piemontesi deceduti in pandemia“, racconta il professor Giancarlo Isaia.

Si conclude così un’altra edizione del Premio Crowdfunding per la Cultura. Un’iniziativa che cresce anno dopo anno grazie al contributo dei nostri Partners, di tutte le organizzazioni che partecipano e dei donatori che li sostengono. Stiamo già lavorando alla prossima edizione che lanceremo a breve.

Restate connessi!

Anna Archetti

Laureata in Lettere Moderne presso Università Cattolica di Milano, incontra il Non Profit fin dalla sua prima esperienza professionale presso un’agenzia specializzata in comunicazione, organizzazione di eventi e raccolta fondi per il settore, occupandosi principalmente di eventi sportivi solidali. Dal 2014 approda nel team di Rete del Dono come Project Manager di campagne di crowdfunding e personal fundraising per il settore culturale o collegate ad eventi.

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