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Le imprese sociali sono enti privati che svolgono attività d’impresa nell’interesse generale, senza scopo di lucro, perseguendo finalità di utilità sociale: ecco in che cosa consiste la loro attività   Le imprese sociali rappresentano un anello di congiunzione tra il mondo dell’associazionismo e quello dell’impresa privata. Va però detto subito che le imprese sociali sono Enti del Terzo Settore, dunque rientrano a tutti gli effetti in questo ambito. Vediamo di capire meglio in che cosa consistono, quali attività svolgono e come si ottiene la qualifica di impresa sociale.  

 

 

Che cosa sono le imprese sociali

Le imprese sociali sono regolamentate dal decreto legislativo 112/2017. Qui leggiamo che possono acquisire la qualifica di imprese sociali “tutti gli enti privati […] che esercitano in via stabile e principale un’attività d’impresa di interesse generale, senza scopo di lucro e per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, adottando modalità di gestione responsabili e trasparenti e favorendo il più ampio coinvolgimento dei lavoratori, degli utenti e di altri soggetti interessati alle loro attività”.  Le imprese sociali sono quindi aziende che combinano obiettivi di lucro con finalità sociali, caratterizzate dal loro impegno a risolvere problemi di interesse generale attraverso la loro attività economica.  

 

Cosa fanno le imprese sociali?

Il primo elemento sul quale occorre concentrarsi è quello dell’interesse generale. Non si tratta di una indicazione generica, bensì molto specifica, in quanto le attività di interesse generale sono definite dalla legge e sono le seguenti:

  • servizi sociali;
  • prestazioni sanitarie e socio-sanitarie;
  • educazione, istruzione e formazione professionale;
  • salvaguardia e miglioramento dell’ambiente e delle risorse naturali (ad esclusione dell’attività di raccolta e riciclaggio dei rifiuti urbani);
  • tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico;
  • formazione universitaria e post-universitaria;
  • ricerca scientifica di rilevante interesse sociale;
  • attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale;
  • radiodiffusione sonora a carattere comunitario;
  • attività turistiche di interesse sociale, culturale o religioso;
  • formazione extra-scolastica finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica, alla prevenzione del bullismo e al contrasto della povertà educativa;
  • servizi strumentali alle imprese sociali o ad altri enti del Terzo Settore;
  • cooperazione allo sviluppo;
  • attività di vario genere svolte nell’ambito di filiere del commercio equo e solidale;
  • inserimento lavorativo di persone svantaggiate;
  • alloggio sociale e attività di carattere residenziale temporaneo;
  • accoglienza umanitaria e integrazione dei migranti;
  • microcredito;
  • agricoltura sociale;
  • attività sportive dilettantistiche;
  • riqualificazione di beni pubblici inutilizzati o di beni confiscati alla criminalità organizzata.

 

Impresa sociale: caratteristiche

Vediamo ora tre caratteristiche peculiari delle imprese sociali.

  1. Le imprese sociali possono, in forma limitata, ripartire gli utili e gli avanzi di gestione.
  2. L’attività d’impresa di interesse generale deve essere svolta in via principale (dunque non esclusiva): i ricavi relativi ad essa devono superare il 70% dei ricavi complessivi.
  3. Se l’impresa occupa “lavoratori molto svantaggiati”, “persone svantaggiate o con disabilità” o “persone beneficiarie di protezione internazionale, senza fissa dimora o in condizione di povertà tale per cui non gli è possibile reperire e mantenere un’abitazione di autonomia” allora la finalità dell’interesse generale è già considerata assolta, indipendentemente dall’oggetto dell’attività.

 

Chi può acquisire la qualifica di impresa sociale?

Tutti gli enti privati che rispettano i criteri indicati dal decreto legislativo 112/2017 possono acquisire la qualifica di impresa sociale. Le cooperative sociali e i loro consorzi la acquisiscono di diritto. Gli enti religiosi riconosciuti civilmente possono ottenerla solo se esercitano le attività d’impresa d’interesse generale definendole con un regolamento in forma di atto pubblico o scrittura privata autenticata.   La qualifica di impresa sociale non può invece essere acquisita

  • dalle amministrazioni pubbliche
  • dalle società costituite da un unico socio persona fisica
  • dagli enti che, per atto costitutivo, limitano la fornitura di beni e servizi solo a soci o associati.

 

Come si fa l’impresa sociale?

Le imprese sociali si costituiscono tramite un atto pubblico nel quale si esplicita l’assenza dello scopo di lucro e l’oggetto di interesse generale del quale l’impresa andrà ad occuparsi. Il notaio deposita poi l’atto all’Ufficio del Registro imprese della circoscrizione in cui l’impresa ha sede legale. Presso questo stesso ufficio l’impresa dovrà in seguito depositare il bilancio di esercizio e il bilancio sociale.  

 

Impresa sociale di comunità

Le imprese sociali di comunità svolgono le stesse attività delle imprese sociali, rivolte però ad una specifica comunità, che solitamente coincide con il territorio in cui hanno sede. Ad esempio pensiamo ad una azienda che sceglie di aprire la propria attività in un territorio a rischio di spopolamento, nelle aree interne e montane, creando così una opportunità concreta per gli abitanti. Esiste un disegno di legge (n. 1650) che si propone di definire proprio questa sotto-categoria e che però è tuttora in corso d’esame. Quindi le imprese sociali di comunità non esistono dal punto di vista giuridico: si fa sempre riferimento alle imprese sociali.  

 

Impresa sociale e onlus: differenze

La riforma del Terzo Settore ha abrogato la qualifica di Onlus. Tutte le Onlus sono diventate Enti del Terzo Settore e hanno dovuto scegliere una categoria di appartenenza (organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, enti filantropici, reti associative, società di mutuo soccorso oppure imprese sociali). Ciò significa che le ex Onlus possono essere diventate anche imprese sociali.  

 

Elisa Rosso

Laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso Università di Torino, lavora da sempre nel non profit e nel sociale con un significativa esperienza nel settore raccolta fondi di grandi e piccole ONP (Amnesty International e NutriAid). Nell’autunno 2016 approda in Rete del Dono, dove si occupa di dare assistenza e consulenza alle ONP e alle Fondazioni per la promozione dei loro progetti e l'ottimizzazione delle campagne di raccolta fondi.

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