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Un’attività di team building sociale unisce il gruppo di lavoro nel perseguimento di un obiettivo comune importante, con un effetto concreto sulla collettività o per migliorare la vita di chi ne ha più bisogno: ecco come sceglierla

Il team building sociale aggiunge ai vantaggi di una attività di team building classica il valore della solidarietà e della beneficenza. I team building sociali orientano il lavoro di squadra al perseguimento di un obiettivo importante, con ricadute positive sulla collettività, sul territorio, sulla società. Il social team building può essere quindi considerato un modo per rendere più affiatato il gruppo di lavoro, migliorando efficienza e produttività, contribuendo al contempo ad una buona causa.

Va detto inoltre che il perseguimento di un obiettivo comune concreto e rilevante rende l’attività di team building stessa molto più efficace rispetto a quando ci si trova a svolgere una qualsiasi attività fine a sé stessa. Sui vantaggi del team building sociale, non ci sono dubbi. Vediamo dunque quali attività di team building sociale si possono realizzare.

Team building sociale con la spesa solidale

Per svolgere questa attività di team building sociale si può dividere il gruppo in due o più squadre che, in coordinamento con le mense per i poveri o le sezioni locali della Caritas, organizzeranno una raccolta di alimenti presso i supermercati  cittadini. Ogni squadra dovrà dare il massimo per coinvolgere e convincere più persone possibili a donare gli alimenti che, al termine della giornata, verranno portati alle mense. Su questo tema si possono immaginare tante variazioni. Ad esempio, con la spesa solidale si può anche organizzare una cena che verrà servita direttamente dai membri del team.

Team building sociale per i senzatetto

In molte città sono attive associazioni che si occupano di portare beni di conforto, come cibo e coperte, ai senzatetto, specialmente nei mesi invernali o molto caldi. Unirsi a loro è un’esperienza molto forte che consente di osservare la realtà da un punto di vista inedito e di fare in modo molto semplice ma concreto la propria parte. Il gruppo dovrà prendere prima parte ad una breve formazione, prima di passare all’azione. Un altro modo per aiutare i senzatetto tramite un’attività di team building consiste nell’organizzare una raccolta di indumenti da donare alle associazioni che poi si occuperanno della distribuzione.

Raccolta fondi per una causa

Questa attività di team building sociale sfrutta gli strumenti offerte dalle piattaforme di crowdfunding, che consentono di organizzare una raccolta fondi per una causa specifica, oppure di contribuire ad una campagna attiva lanciata da un’organizzazione. I membri del team dovranno impegnarsi a comunicare al meglio la campagna e a diffonderla attraverso tutti i canali a disposizione, online e offline. Non ci sono limiti: dai social network agli eventi in presenza, dal passaparola a una cena con amici e parenti. Le strade per raccogliere la cifra prestabilita sono molteplici e integrarle rende l’azione più efficace.

Un giorno da volontario

Le associazioni di volontariato attive sul territorio sono ottime alleate per costruire un’attività di team building sociale. I membri del team potranno lavorare insieme per ripulire un parco cittadino o sistemarne gli arredi, per aiutare i volontari di una casa famiglia ad assistere i bambini nei compiti o per fare compagnia agli ospiti di una casa di riposo. Il gruppo dovrà prima entrare in contatto con i volontari già “rodati” per prepararsi ad affrontare la giornata e svolgere al meglio le attività previste. Senza dubbio, una simile esperienza avrà un impatto molto importante tanto sui singoli partecipanti quanto sul gruppo di lavoro.

Team building sociale e viaggi umanitari

Avendo a disposizione il tempo e le risorse necessari, un viaggio solidale e umanitario rappresenta un’esperienza di team building sociale molto importante. Appoggiandosi ad un’agenzia che organizza queste esperienze, il gruppo potrà prendere parte ad un progetto di cooperazione in un Paese vicino o lontano, del quale conoscerà la storia e le tradizioni, rendendosi concretamente utile. In questo caso serve un team già abbastanza affiatato, non troppo numeroso, e una buona dose di spirito di adattamento e di avventura.

Francesca Gervasoni

Laureata in Filosofia presso Università degli studi di Milano, ha un’esperienza di 15 anni nel mondo delle agenzie di comunicazione per il mondo profit. Nel 2012 cambia vita e approda su Rete del Dono, dove mette in pratica quello che ha imparato nella precedente vita professionale, per aiutare ONP e aziende ad attivare campagne di raccolta fondi non profit. In Rete del Dono, ricopre il ruolo di Head of Charity Program e si occupa dei rapporti con le aziende.

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